Persone

Marta Kelvišar – Adria Home

single-image

Adria Home ha festeggiato nelle scorse settimane il suo ventesimo anniversario. Parte di Trigano Group, l’azienda slovena ha anche raggiunto, nello scorso mese di marzo, l’importante traguardo delle ventimila case mobili prodotte. Si tratta quindi di un importante player di questo mercato, sul quale Adria Home si propone anche come “one stop shop”, ovvero come unico punto di riferimento per chi intende investire nelle strutture ricettive all’aria aperta. Grande attenzione nei confronti dei dipendenti, della qualità di prodotto, della sostenibilità e del servizio post-vendita caratterizzano la strategia di Adria Home. Di questo e altro Camping Business ha parlato con Marta Kelvišar, dal 2014 al timone dell’azienda di Crnomelj, non lontano da Novo Mesto.

Camping Business – Ci racconta qualcosa della storia di Adria Home? Come mai la scelta di creare uno stabilimento produttivo proprio in questa zona, circondata dalla natura?
Marta Kelvišar – Adria Mobil ha iniziato a costruire case mobili nel 2002, contemporaneamente alla nascita di Sun Roller, oggi Adria Home. La cosa interessante è che qui 25 anni fa c’era una miniera di carbone, che è stata chiusa per realizzare una zona industriale. Il Governo sloveno, per preservare circa 300 posti di lavoro e l’economia della zona, ha quindi previsto numerosi sussidi per sviluppare questa parte del paese. In particolare, ha ceduto terreni industriali, come questo, a un prezzo molto conveniente. Con l’acquisizione di Sun Roller nel 2007, che aveva anche una sede in Slovenia, e la decisione di spostare qui la produzione spagnola nel 2010, Adria ha acquistato otto ettari di terreno. Negli ultimi anni abbiamo acquisito ulteriori spazi, in previsione di un allargamento della superficie produttiva e del magazzino. Il nostro stabilimento produttivo, infatti, non è abbastanza grande. Abbiamo in progetto di raddoppiarne la superficie, allargando anche quella dedicata agli uffici amministrativi.

20 anni fa, quando questa fabbrica è stata realizzata, avevamo una capacità di mille unità all’anno. Ora Simo in grado di produrne fino a 2.000 sfruttando due turni lavorativi. Per riuscirci abbiamo implementato la lean production e una tecnica di digitalizzazione chiamata “gemello digitale”. I nostri dipendenti indossano orologi smart che gli indicano la successiva operazione da realizzare. Abbiamo anche ricevuto un premio per il miglior progetto digitale in Slovenia.

Non credo ci siano molte altre aziende di questo settore in grado di lavorare su doppio turno: la produzione è molto frammentata, le varianti di prodotto innumerevoli e i clienti chiedono sempre più spesso soluzioni personalizzate. Per fortuna abbiamo persone con competenze adeguate provenienti da diversi settori. Organizzare il lavoro è complicato, perché è importante perseguire anche la qualità, che rappresenta per tutti una delle principali sfide. Basti pensare ai difetti nascosti che si manifestano dopo un certo periodo di tempo, che possono causare danni enormi. Basti pensare ai problemi che possono generarsi da una piccola goccia d’acqua che cade costantemente. Seguire gli standard pensati per le classiche abitazioni aiuta. E lo facciamo perché è importante non solo dal punto di vista normativo, ma anche perché in tutti mercati queste certificazioni sono richieste.

Camping Business – La creazione del doppio turno di lavoro, oltre che una sfida organizzativa, è stata anche un cambiamento importante per chi lavora in azienda…
Marta Kelvišar – La nostra strategia non si basa solo sulle vendite e sull’orientamento di mercato, che sono ovviamente fondamentali, ma soprattutto sulle persone. In più, abbiamo implementato nella cultura aziendale la “lean production”. Coinvolgiamo tutti i dipendenti, per integrare le loro idee nel processo di innovazione. In questo modo li motiviamo, li facciamo partecipare attivamente e costruiamo una cultura aziendale di lungo termine. Tendenzialmente assumiamo le persone a tempo indeterminato: usiamo i contratti a breve termine solo per l’onboarding.

Non consideriamo i dipendenti come risorse, ma come persone: sono l’elemento per noi più importante, sono loro l’azienda. E ogni volta che da un nostro collaboratore emerge una buona idea gli riconosciamo un premio di varia natura, tra cui degli incentivi economici. Questo rende le nostre persone soddisfatte e orgogliose di lavorare in Adria Home.

Camping Business – Quali risultati avete raggiunto in termini economici, e come stanno andando le vendite per la stagione in corso?
Marta Kelvišar – Oggi siamo orgogliosi di aver raggiunto vendite record e mantenuto un tasso di crescita medio annuo del 20% negli ultimi otto anni. Dopo avere incrementato il numero dei mercati in cui siamo presenti, ogni anno lanciamo una nuova famiglia di prodotti, con uno sviluppo molto rapido. È molto impegnativo, ma è anche ciò che il mercato chiede.

Per due anni, durante la pandemia, siamo rimasti sugli stessi livelli produttivi. Poi la richiesta è esplosa, abbiamo presentato prodotti adatti a ogni periodo dell’anno – come la gamma Aurora e le Tiny House – e il nostro fatturato è cresciuto. Abbiamo così introdotto la digitalizzazione e poi il doppio turno produttivo, aumentando la capacità fino a 2.000 unità. E il nostro fatturato è cresciuto del 55% in un anno. Incredibile!

Quest’anno rimarremo più o meno sugli stessi numeri, probabilmente con un lieve incremento percentuale. Penso che sarà comunque il nostro anno migliore, con la Croazia a fare la parte del leone. È interessante anche notare che sono tornati i tour operator, con i quali stiamo facendo numeri interessanti. Erano scomparsi ai tempi della pandemia, ma ora che il mercato è in fase di crescita si sono ripresentati.

Camping Business – Qual è la sfida più grande che come produttore di case mobili dovete affrontare?
Marta Kelvišar – Un enorme problema che ci frena nella nostra espansione è quello dei trasporti. Per spostare le case mobili bisogna ricorrere ai traporti eccezionali, che hanno un costo elevatissimo e che continua crescere quasi ogni anno. I costi sono saliti enormemente in questi ultimi anni, ma non è solo un problema di prezzi: ci sono poche aziende di trasporto specializzate e soprattutto mancano gli autisti, molti dei quali rifiutano di trasportare prodotti come i nostri, soggetti più di altri a danneggiamenti accidentali, magari causati da rami di alberi.

A questo si aggiunge la difficoltà di ottenere i permessi per i trasporti eccezionali, un processo che ha tempi lunghissimi. Spesso le cose si complicano, specialmente se bisogna attraversare più paesi. E non c’è niente che si possa fare…

La sfida ora è quella di spingere sui prodotti modulari, abbassando i costi di trasporto. In questo modo è anche più semplice controllare la qualità e la produttività. Si possono realizzare moduli fino a quattro o cinque metri di larghezza e 12 di lunghezza e poi combinandoli fianco a fianco o crescendo in altezza. Il solo limite è la fantasia.

Camping Business – Pensa che in futuro ci possa essere la possibilità di avere uno stabilimento in un altro paese per gestire al meglio questo tipo di problematica?
Marta Kelvišar – Non siamo di questa idea. Quando nel 2007 abbiamo acquistato la spagnola Sun Roller, questa era sull’orlo del fallimento. E la ragione di questa situazione era la cultura aziendale: ci è voluto un po’ di tempo per capirlo, e alla fine abbiamo deciso di chiudere lo stabilimento spagnolo e portare tutta la produzione qui vicino a Novo Mesto, concentrandoci solo sul nostro marchio.

Camping Business – Parlando di prodotto, come è strutturata attualmente la vostra offerta?
Marta Kelvišar – Oggi la famiglia di prodotti più importante è quella delle case mobili, ma nella nostra offerta ci sono anche case modulari e tende glamping. Il segmento mobile home vale grosso modo l’80% del nostro fatturato, anche se questa quota varia di anno in anno a seconda dei progetti. La gamma è composta dall’entry-level SLINE, dall’intermedia MLINE, dalla XLINE e dall’Aurora, disponibile anche in versione modulare.

Le tende glamping valgono circa il 10% del fatturato e vengono realizzate su una linea dedicata, a poca distanza da qui, che occupa circa mille metri quadri. La produzione non è continua, ma concentrata in alcuni periodi dell’anno.

Camping Business – Una delle parole chiave del settore è sostenibilità. Cosa state facendo in questo ambito in termini di produzione, gestione della struttura e prodotto finale?
Marta Kelvišar – Oggi possiamo dire che la nostra produzione è “green”. Utilizziamo pannelli solari per la produzione di energia elettrica e dall’80 al 90% dei nostri prodotti è realizzato con materiali riciclabili. In più, ci approvvigioniamo da fornitori locali. I nostri prodotti vengono inseriti in contesti naturali che devono essere protetti e quando è necessario procedere con la loro sostituzione, o si decide di cambiare progetto, è molto semplice riutilizzarli in altri contesti. E alla fine è “green” anche il modo in cui vengono vissuti.

Proponiamo diversi modi per risparmiare energia, compreso l’utilizzo di sensori. Amiamo le soluzioni smart e abbiamo anche un’offerta specifica, un pacchetto “Eco”. Abbiamo anche sviluppato una tecnica particolare per la realizzazione delle pareti, che vengono pressate e incollate senza utilizzare materiali nocivi per l’ambiente. Si tratta di un progetto sostenuto da fondi europei che è già partito e che si tradurrà presto in un’offerta concreta. Tutto considerato ritengo che Adria Home possa essere definita sostenibile.

Camping Business – Facendo parte del gruppo Trigano, ci sono sinergie importanti tra voi e Résidences Trigano? O siete completamente indipendenti?
Marta Kelvišar – Da un paio d’anni anni stiamo lavorando su un progetto che dovrebbe permetterci di produrre in Francia i nostri prodotti di fascia più alta, risparmiando coì notevolmente sui costi di trasporto. Più in generale, condividiamo le best practice, come quella del Gemello Digitale: un progetto aperto che si vorrebbe implementare anche là. Nel complesso, entrambe le società sono interessate a condividere le migliori pratiche nei processi di produzione, acquisto, vendita e sviluppo.

Oggi, il nostro obiettivo rimane quello di fornire prodotti di alta qualità. Tuttavia, siamo anche consapevoli della richiesta del mercato di soluzioni più convenienti. Pertanto, esploriamo i modi per semplificare i nostri processi, ridurre i costi e sviluppare soluzioni convenienti basate sulla metodologia design-to-cost.

Camping Business – Adria Home dichiara di seguire una strategia “one stop shop”. Che cosa significa?
Marta Kelvišar – I nostri clienti sono sempre più spesso dei meri investitori, che non conoscono nel dettaglio il funzionamento di questo business. Cercano quindi soluzioni e noi con la strategia “one stop shop” siamo pronti a fornirgli, sulla base della nostra esperienza, idee, progetti, prodotti (anche personalizzati), manutenzione periodica e gestione del ciclo di vita.

Possiamo progettare l’intero resort, se necessario, così come siamo in grado persino di gestirlo. Ciò significa che siamo un partner capace di fornire una parte molto importante dell’investimento, sia per avviare l’attività sia per gestirla. Ovviamente non facciamo tutto noi, ma ci avvaliamo di strutture e professionisti nostri partner, compresa la società Adria Holidays.

Camping Business – Come gestite l’assistenza post-vendita?
Marta Kelvišar – Questo è un aspetto fondamentale. Siamo molto attenti al servizio post-vendita, e dato che non possiamo offrirlo nel giro di poche ore in qualsiasi paese, abbiamo una serie di partner che vengono formati da noi su tutti gli aspetti tecnici e produttivi delle case mobili. Forniamo tempestivamente parti di ricambio e per ogni nostro prodotto è disponibile una lista di tutti i componenti utilizzati, come frigoriferi o sistemi di aria condizionata. Questo rende più facile la gestione della manutenzione.

Siamo invece più direttamente coinvolti in tutto quello che riguarda l’assistenza in garanzia, perché è importante capire che cosa non ha funzionato e dobbiamo scoprire perché. Una volta capito il problema trasferiamo questo nuovo bagaglio di conoscenze ai nostri partner, che possono così eventualmente intervenire nel modo più appropriato.

Leave a Comment

Your email address will not be published.

You may also like