Durante le vacanze di Pasqua, dal 2 al 5 aprile, sono arrivati in Croazia 36.000 turisti stranieri e, complessivamente, si sono toccati i 140.000 pernottamenti. Questi sono i dati rilevati dal sistema informatico unico eVisitor, che funge da centro unificato per la raccolta e l’elaborazione dei dati d’inizio e fine soggiorno, registrando anche le informazioni personali dei turisti che usufruiscono del servizio d’alloggio. Il numero più elevato di pernottamenti è stato realizzato da turisti provenienti da Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia e Svizzera.
Sul fronte della tipologia di sistemazione, la maggior parte delle notti è stata passata in hotel (circa 58.000), in case in affitto (più o meno 33.000) e in campeggio (quasi 26.000). I turisti stranieri hanno scelto di pernottare principalmente in Istria (circa 57.000 notti), Quarnero (più o meno 25.000), Zara (circa 14.000) e nella contea di Spalato e Dalmazia (quasi 12.000). Sul fronte delle località specifiche, abbiamo al primo posto Rovigno, seguito da Parenzo, Zara, Fontane, Medulin, Zagabria e Opatija.
Nel periodo da gennaio a fine marzo si sono invece registrati 352.000 arrivi di turisti e 1,2 milioni di pernottamenti (il 61 per cento dei risultati ottenuti nello stesso periodo dell’anno scorso). Le mete preferite sono state l’Istria, Quarnero e la Regione di Spalato e Dalmazia. I turisti sono arrivati prevalentemente da Germania, Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, Italia e Stati Uniti.
In Croazia non è stata imposta la chiusura delle attività ricettive e questo ha portato, seguendo tutte le misure di sicurezza, all’apertura di circa una ventina di camping che, fino alle vacanze pasquali, hanno comunque realizzato numeri rilevanti anche rispetto al 2019. “In Croazia ci sono circa 830 campeggi con una capacità ricettiva di 256.000 persone,” spiega Adriano Palman, direttore della Federazione Camping Croazia (KUH). “A Pasqua ha aperto le porte un’altra trentina di campeggi. Grazie a ciò, in questi giorni il settore del camping ha registrato circa 7.100 presenze, che rappresentano il 20% di quelle totali in Croazia. I numeri più alti si sono registrati al Nord, prevalentemente con turisti locali e con quelli provenienti dalla Germania. I campeggiatori che siamo abituati ad avere in questo periodo – come gli italiani, gli sloveni o gli austriaci – a causa dei lockdown nazionali o alla chiusura dei confini, quest’anno non si sono quasi visti”.
“In Croazia, considerando lo sviluppo della situazione, la maggioranza dei campeggi aprirà fra metà e fine maggio”, aggiunge Palman. “In ogni caso la sicurezza del cliente avrà la priorità. Infatti, insieme al Ministero del Turismo croato, è stata istituita ‘Safe Stay in Croatia’, una certificazione speciale per tutte le strutture ricettive che sancisce il rispetto di regole molto rigorose, offrendo così un’ulteriore garanzia di sicurezza a tutti i turisti che decideranno di venire da noi. Nel 2021 le destinazioni che non dipendono troppo dai voli aerei saranno avvantaggiate, e la Croazia è una di queste. Per questo conta sui turisti provenienti da Germania, Austria, Slovenia e da alcuni stati dell’Est Europa. Questi ultimi, nel camping, da qualche anno sono emergenti. Speriamo in un ritorno degli italiani che, purtroppo, dal 2019 hanno registrato il calo più grande fra tutte le nazioni, così come gli olandesi che temiamo faranno numeri minimi”.
Palman ha poi riassunto l’andamento della scorsa stagione. “Durante il 2020 tutti i camping si sono adeguati e hanno adottato ogni misura di sicurezza necessaria per garantire agli ospiti un livello di sicurezza sanitario estremamente alto,” ha detto. “Siamo quindi fieri che durante tutta la stagione 2020 nessun turista presente in Croazia sia risultato positivo al Covid-19. I campeggi hanno comunque registrato un calo nei pernottamenti del 53 per cento, penso qualche punto percentuale in più rispetto ad altri paesi. I turisti locali coprono in genere solo il 2-3% delle presenze nei nostri camping e, quindi, la stagione 2020 è stata legata quasi totalmente all’apertura dei confini e alla situazione epidemiologica, non solo da noi, ma soprattutto nei paesi stranieri strategicamente più importanti. Un altro handicap è stato la mancanza del ‘Bonus Vacanze’, che invece è stato istituito per esempio in Italia e Slovenia, avvantaggiando molto i campeggi nazionali”.
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