Anche quest’anno il Salone del Camper, organizzato da APC – Associazione Produttori Caravan e Camper e Fiere di Parma e che si terrà dal 10 al 18 settembre prossimi, inizia il suo percorso di avvicinamento alla manifestazione con una serie di webinar. Il primo, intitolato “Perché e come realizzare un’area sosta camper, come comunicarla e come renderla sempre più digitale”, si è tenuto ieri. Nell’introduzione sono stati ricordati i numeri del Salone 2021: 100.000 metri quadri di esposizione, oltre 100.000 visitatori (+70% rispetto al 2020), circa 600 veicoli esposti, più di 200 espositori da 15 paesi, 400 media accreditati e due milioni di persone raggiunte con i social.
Il webinar ha visto nove interessanti interventi, tra cui quelli di Giorgio Palmucci (presidente ENIT) e Gianluca Tomellini (vicepresidente AIASC). Regione Abruzzo, con Roberto Iezzi (responsabile dell’Ufficio Politiche Turistiche e Mobilità Turistica), ha raccontato la sua esperienza sul turismo itinerante, mentre Ilaria Realfonzo (dirigente dell’Ufficio Primo del Segretariato Generale al Ministero del Turismo) ha fatto il punto sulle misure a favore del settore previste dal PNRR. Il tutto è stato accompagnato dalle testimonianze dei comuni di Camaiore, Tempio Pausania e Sarnano. Gli onori di casa sono stati fatti da Gloria Oppici (brand manager del Salone del Camper) e Ludovica Sanpaolesi (direttore generale di APC).
A Gloria Oppici l’onore di aprire i lavori. “Questo è un appuntamento che si è modificato negli anni, aggiungendo ai camper dei contenuti che sono motore turistico del settore en plein air e anche oltre,” ha detto. “Nel 2019, il 68,9 per cento dei visitatori aveva un camper, mentre nel 2021 lo aveva solo il 57%. Questo significa che catturiamo un interesse ampio e trasversale di chi già conosce il camper, ma anche un pubblico più aspirazionale che vuole sperimentare nuove forme di vacanza e tempo libero”.
“Queste persone vogliono vedere i veicoli, ma soprattutto vogliono scoprire delle destinazioni dove sperimentare il proprio desiderio di scoperta e rigenerazione, di esplorazione,” ha proseguito Oppici. “Per rispondere a questa domanda abbiamo da sempre l’area ‘Percorsi e mete’, ma oggi offriamo anche una sezione più professionale dove vedere attrezzature, arredi e complementi per allestire un’area di sosta, un campeggio o un agricampeggio. È importante che i territori si attrezzino per accogliere un target di livello medio-alto, che ha bisogno di trovare tutte le suggestioni di una vacanza che non ha nulla da invidiare ad altre forme. Parliamo di un turista attento alla sensibilità, che porta ricchezza direttamente alle comunità locali e che si muove tutto l’anno”.
Otto buoni motivi per realizzare un’area di sosta
Ludovica Sanpaolesi, direttore generale di APC, ha ben articolato i motivi principali per cui amministrazioni locali e privati dovrebbero valutare la realizzazione di un’area di sosta. “Con questo webinar vogliamo fornire uno stimolo per spiegare perché un’area di sosta è un’idea intelligente,” ha esordito. Poi ha elencato otto ragioni specifiche.
- I turisti itineranti sono tanti: circa 20 milioni di persone in Europa, con un parco circolante che oggi è di 6 milioni e 150 mila veicoli. Si tratta forse di una nicchia, ma non tanto piccola. Il potenziale di questi turisti è rilevante, ma – a differenza degli altri – se non trovano un approdo per il loro veicolo vanno da un’altra parte. O li accogliamo o li perdiamo.
- I camperisti spendono. Dobbiamo sfatare il pregiudizio che il camperista sia un turista di serie B che mangia in camper e non spende sul territorio. Non è vero: spende in cultura, ristoranti, prodotti enogastronomi. Ci sono ricerche in Germania che dicono che tre persone in camper arrivano a spendere anche 200 euro al giorno. La capacità di spesa di questi turisti è un elemento di attenzione.
- L’area di sosta è un volano per il territorio. In Italia abbiamo un po’ ovunque feste, sagre ed eventi locali. Se in quella zona c’è un’area di sosta, è probabile che il camperista che partecipa alla festa invece di passare lì un pomeriggio si fermi per un paio di giorni. I camperisti amano scoprire i territori.
- La frequenza d’uso. Un’altra ricerca ci dice che la media di utilizzo del camper è di 79 giorni/anno. Tra i turisti itineranti ci sono anche molte persone di mezza di età, giovani pensionati con tanto tempo a disposizione. Per loro il camper non è solo un veicolo per la vacanza, ma un mezzo polivalente per tutto il tempo libero. Il profilo dei camperisti, tra l’altro, è in evoluzione: oggi si avvicinano anche persone più giovani, che amano praticare sport.
- La destagionalizzazione. Nel mondo del turismo siamo sempre alla ricerca di viaggiatori al di fuori dei periodi di picco: il camperista è uno di questi.
- Il camperismo è il contrario del turismo di massa, favorendo lo sviluppo del turismo nei luoghi meno frequentati, come i piccoli borghi. È anche un modo per accedere al turismo di prossimità, una nuova tendenza che porta beneficio economico ai piccoli centri lontani dai circuiti turistici.
- Possiamo valorizzare le imprese del settore enogastronomico e non solo. Ci sono molti esempi di imprenditori privati che offrono ospitalità ai camperisti, come i ristoranti che in periodo di pandemia, per esempio, servivano pasti a bordo. Ci sono cantine, agriturismi e così via. Possiamo potenziare un turismo diffuso e capillare che non dà fastidio al territorio, ma che anzi si inserisce perfettamente nel tessuto produttivo della zona.
- L’ottavo è quello forse più importante: questo è un trend per il futuro, non è una moda. Dal 2016 il parco circolante europeo è aumentato quasi del 25% e anche in modo costante. Tutti gli investimenti che i territori vorranno fare per accogliere e intercettare questo tipo di turismo saranno investimenti per il futuro. Non solo è un turismo slow, attento ad aspetti legati a relazioni umane e sociali, ma anche un turismo sostenibile. Questo è stato certificato da un istituto tedesco che ha dimostrato che questa è la modalità di vacanza, a parte quella fatta a piedi, che emette meno CO2 di tutte.
“Ecco perché pensiamo che fare un’area di sosta camper sia un’idea intelligente, sia che venga fatta da un comune sia da un imprenditore privato,” ha concluso Sanpaolesi. “È però importante saperla comunicare. Il mondo del camperismo è una community molto attiva e noi siamo a disposizione per fornire i contatti di tutti quei player, dalle riviste ai social media, sia italiani che esteri, per promuovere al meglio l’area di sosta”.
Le enormi potenzialità dell’Italia secondo ENIT
L’intervento di Giorgio Palmucci, presidente di ENIT, è stato necessariamente meno specifico, ma ha dimostrato ancora una volta l’attenzione che viene posta oggi, forse per la prima volta, sul turismo all’aria aperta.
“Come agenzia nazionale del turismo stiamo analizzando con particolare attenzione quella che è stata l’evoluzione della pandemia e dei suoi effetti sui flussi turistici,” ha affermato Palmucci. “Eravamo preparati a una ripresa, anche in seguito all’allentamento delle restrizioni di questi giorni. Purtroppo, quanto sta avvenendo in Ucraina ci dispiace enormemente e comporta una nuova ragione di incertezza. Quello che è sicuro è che noi, già nel periodo della pandemia, abbiamo lavorato in modo attento e continuativo su quello che è stato uno sconvolgimento radicale di strategie e azioni di ENIT. Il piano triennale 2019-2021 è stato completamente rivoluzionato e ha portato a riflessioni profonde, in stretta correlazione con le regioni. Con la nascita del nuovo Ministero del Turismo ci siamo messi a disposizione per definire le migliori strategie, sapendo che ancora per il 2022 soffriranno le città d’arte, il turismo d’Oltreoceano e il settore del MICE e dei congressi. Ciò che ha invece dato un po’ di respiro è stato tutto quello che ha permesso di mantenere il distanziamento, come il turismo outdoor, che ha consentito di rispettare al meglio le varie norme”.
“Abbiamo quindi dato molta attenzione allo sviluppo di questo segmento, in cui rientra l’attività turistica legata ai camper,” ha proseguito Palmucci. “All’interno del comitato permanente del turismo è stato creato un sottocomitato dedicato al turismo lento, di cui faccio parte. Stiamo finalizzando ora il piano 2022-2024, che è stato fatto con un po’ di ritardo, ma non avevamo la sfera di cristallo per poter valutare la situazione da ogni punto di vista. Quanto viene fatto anche attraverso convegni come questo è utile per definire una strada, una strategia, le azioni prioritarie per facilitare il turismo lento, il bike touring e quello all’aria aperta. Dobbiamo considerare che i settori sono tutti interconnessi. Quando si viaggia con il camper si vanno a scoprire non solo bellezze naturali e patrimonio artistico, ma anche l’enogastronomia, in una modalità molto libera, con un’autonomia e indipendenza che corrispondono non solo alle aspettative del turista italiano, ma anche a quelle di chi proviene dai paesi vicini”.
Infine, Palmucci ha concluso con una riflessione per il domani. “L’Italia ha enormi potenzialità di ripresa. Come ha detto Garavaglia (Ministro del Turismo, ndr), non dobbiamo parlare di resilienza – che significa tornare ai risultati del passato – ma possiamo fare molto di più evitando vecchi errori. La promozione di località meno note e una diversa stagionalizzazione ci permetteranno di vedere quella luce in fondo al tunnel che sembrava più vicina e che ora si sta un po’ allontanando. In questo ci aiuteranno gli investimenti del PNRR destinati non solo al turismo, ma anche alle infrastrutture, e le risorse stanziate dal Ministero della Cultura per la valorizzazione dei borghi. Dobbiamo essere in grado di raccontare quella che è la realtà italiana in tutte le sue sfaccettature. Senza dimenticare che tutto quello che porta al miglioramento della comunicazione digitale può favorire il turismo”.
In Abruzzo camperisti in primo piano
Il webinar ha poi visto l’intervento della Regione Abruzzo, particolarmente attenta al turismo open-air. “Come Regione abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per le aree di sosta camper, specialmente nei piccoli borghi, dove abbiamo constatato che queste realtà hanno dato un supporto all’economia locale,” ha detto Roberto Iezzi, responsabile dell’Ufficio Politiche Turistiche e Mobilità Turistica. “Nel PNRR c’è stato il bando per i borghi e diversi di quelli che hanno partecipato hanno inserito nel loro progetto la realizzazione di aree sosta camper. Come Regione abbiamo emesso un bando che prevede un contributo economico definendo anche delle linee guida: le aree devono prevedere un minimo di cinque stalli e una dislocazione vicina o facilmente raggiungibile dal centro abitato, indicando poi con quali mezzi o azioni il comune intende promuovere l’attività nel borgo”.
Iezzi ha poi spiegato che è stato messo a punto un database regionale che comprende tutte le aree presenti sul territorio e che è stata individuata una serie di itinerari comprendente circa 20 tra cammini, piste ciclabili e ippovie che presto saranno disponibili in rete. “Vogliamo anche realizzare un’app con tutte le informazioni utili per il camperista, compreso l’elenco di tutte le aziende locali con prodotti tipici. Tornando alle aree di sosta, è importante che sia prevista un’adeguata manutenzione: non possiamo permetterci che rimangano abbandonate. Stiamo coinvolgendo quindi le comunità locali, attraverso le Pro Loco, che possono gestire autonomamente le aree comunali. Del resto, l’area di sosta è il primo biglietto da visita che il camperista incontra nella sua vacanza”.
Attrattiva, funzionale, digitale e sostenibile: quattro pilastri per l’area di sosta
Non poteva mancare in questo contesto il punto di vista di AIASC – Associazione Italiana Aree di Sosta Camper. Il vicepresidente Gianluca Tomellini ha sottolineato come l’area di sosta sia una struttura ricettiva basata su quattro pilastri fondamentali: deve essere attrattiva, funzionale, digitale e sostenibile. “La struttura deve quindi essere facilmente raggiungibile, con strade correttamente dimensionate, e in prossimità dei centri abitati,” ha sottolineato Tomellini. “Un’altra cosa importante è che dovrebbe avere un suo nome che la renda riconoscibile e che definisca la sua identità. Non si può più sentire ‘area camper comunale’. Se possibile, meglio dedicare anche degli spazi a picnic, bambini o amici a quattro zampe”.
Sul fronte della funzionalità, Tomellini ha evidenziato come un’area debba essere “smart” e correttamente attrezzata: ogni piazzola deve avere il suo allaccio elettrico, con punti di ricarica per le biciclette, mentre si può evitare di disseminare l’area di rubinetti, che non sono necessari per una sosta limitata a un massimo di 72 ore, come prevedono le attuali normative. Importanti sono una buona perimetrazione con siepe o staccionata, il controllo degli accessi e un’adeguata illuminazione. Ovviamente senza dimenticare una viabilità interna funzionale, che non costringa a manovre troppo complesse, e l’azzeramento delle barriere architettoniche.
La digitalizzazione offre diversi vantaggi, sia agli ospiti sia a chi la gestisce. “L’area camper deve essere connessa stabilmente, cosa utile anche per la geolocalizzazione, auspicabilmente con un’offerta di Wi-Fi gratuito, videosorveglianza e controllo degli accessi automatizzato, preferibilmente tramite app,” afferma Tomellini. “Le colonnine con i ticket sono superate: hanno una gestione onerosa e invecchiano. La presenza della domotica permette di gestire anche da remoto servizi come l’illuminazione. La digitalizzazione è inserita nella Missione 1 del PNRR e rientra quindi tra i contributi erogabili.”
“Il soggiorno nell’area camper deve essere correttamente remunerato,” ha poi ricordato Tomellini. “L’area sosta è una struttura turistica e non un centro di accoglienza. I servizi devono essere pagati, purché le aree siano adeguate ed efficienti. L’area non deve essere solo un approdo, ma anche un punto di partenza, creando sinergie e rete con le attività commerciali locali. Queste strutture possono generare nuova imprenditoria e nuovi posti di lavoro”.
La situazione normativa italiana non è mai facile, e Tomellini ha voluto sottolinearlo, pur concedendo che anche le regioni che sono rimaste un po’ indietro si stanno adoperando rapidamente per mettere a punto regole più in linea con le esigenze attuali. “Le normative locali sono una nota dolente, perché sono spesso datate assimilando a volte le aree di sosta ai campeggi, che hanno caratteristiche diverse. Alcune regioni prevedono l’obbligo di servizi igienici, lavatoi e lavelli in funzione del numero di ospiti, e questo è impensabile per un’area che accoglie mezzi autonomi. Ben venga chi ha l’opportunità di realizzare questi servizi, ma non può essere un obbligo: è come mettere sullo stesso piano ristoranti e street food. Sono filosofie differenti. L’effetto boomerang è duplice: le regioni promuovono bandi per incentivare i comuni più piccoli, ma se è obbligatoria la realizzazione dei bagni questa spesa incide da un minimo di 15 fino a 40 mila euro, bruciando risorse economiche che dovrebbero invece andare a beneficio di aspetti più essenziali. Il secondo boomerang è l’impossibilità di mantenere quotidianamente questi servizi, tenendo anche conto che in alcuni casi è previsto l’obbligo di presenza di una persona. È chiaro che sono regole nate per altri tipi di strutture”.
Le esperienze di Camaiore, Tempio Pausania e Sarnano
A testimoniare la validità della scelta di realizzare un’area sosta dedicata ai viaggiatori itineranti, il Salone del Camper ha chiamato tre testimonial: i comuni di Camaiore (in provincia di Lucca, Toscana), Tempio Pausania (Sassari, Sardegna) e Sarnano (Macerata, Marche), che hanno in tempi recenti realizzato o rinnovato queste strutture ricettive locali.
“Un’area camper permette di affrontare un turismo che cambia, anche diventando più di prossimità, e di mettere in connessione i viaggiatori con molte delle aree della zona,” ha raccontato Gabriele Baldaccini, assessore al turismo e alle attività produttive del Comune di Camaiore. “Il primo input è venuto da una fase di crisi (la pandemia, ndr) che abbiamo affrontato e reso produttiva. La comunicazione è fondamentale. Lo stimolo di ampliare l’area camper, battezzata Parkamaiore, è venuto anche dalla possibilità di gestire informazione e promozione turistica più a livello comprensoriale. In Versilia siamo al secondo anno di questa esperienza e questo ci ha permesso un dialogo più attivo con gli altri comuni per agire sulla componente promozionale. Il luogo che abbiamo scelto è molto vicino al mare e l’area è attrezzata con mezzi elettrici (monopattino e bici), che possono essere utilizzati per visitare le zone circostanti. La risposta è stata buona, anche perché è vicinissima al Parco Bussola Domani, che la prossima estate rimetteremo sotto i riflettori con un festival che durerà sette giorni”.
“Tempio non ha il mare, che è distante 50 chilometri,” ha spiegato Elizabeth Vargiu, assessore al turismo di Tempio Pausania. “Per anni abbiamo visto transitare tantissimi camper che poi andavano a sostare nelle zone costiere. Abbiamo quindi capito che se gli avessimo offerto un’area attrezzata avrebbero potuto scoprire una posizione della Sardegna differente da quella che è nell’immaginario comune. Tempio ha tutti requisiti per offrire un soggiorno piacevole al viaggiatore itinerante: è un centro piccolo, sicuro e autentico, e queste sono caratteristiche che il camperista cerca e riconosce. Lo spazio è fruibile, gradevole, semplice e a poche centinaia di metri dal centro del paese. Con un QR Code si possono scoprire le offerte locali. Nonostante la giovanissima età (l’area è stata inaugurata a settembre, ndr) siamo già presenti sui siti dove le aree vengono recensite e in un mercoledì qualsiasi di marzo ho visto cinque camper, cosa che non mi aspettavo. Ora è molto importante coinvolgere anche i comuni vicini per creare altre aree, perché più siamo ad attrezzarci e più diventiamo attrattivi come territorio e come destinazione”.
“Nel 2016 abbiamo subito il terremoto e il nostro Comune è stato gravemente colpito, con un migliaio di case inagibili”, ha detto Franco Ceregioli, vicesindaco di Sarnano. “Siamo una destinazione turistica importante e abbiamo sentito un’esigenza particolare: avendo tante seconde case lesionate abbiamo intercettato un finanziamento legato all’emergenza sisma per realizzare questa area camper che ha una triplice valenza. La prima, speriamo temporanea, che chi aveva una seconda casa possa tornare anche solo per seguire i lavori di ristrutturazione; la seconda, a cui speriamo di non dover più fare ricorso, è l’utilizzo di questa area per fini di protezione civile; la terza, che ci dà più soddisfazione, è quella legata allo sviluppo turistico. La collocazione è in un nodo di scambio tra mobilità a motore e mobilità dolce legata alle due ruote, in una zona vicinissima alle colonnine di ricarica delle bici elettriche, vicina all’ascensore che dà acceso al centro storico e alla Via delle Cascate Perdute, che è la nostra maggiore attrattiva turistica naturale, con 190 mila visitatori all’anno. Accesso automatizzato, videosorveglianza, servizi accessibili tramite smartphone sono tutte cose messe in pratica. È un’area nata da esigenze negative, ma che avrà un grande futuro”.
Le risorse e le misure previste dal PNRR per il turismo open-air
L’ultimo intervento del webinar è stato riservato agli interventi previsti dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A illustrarli è stata Ilaria Realfonzo, dirigente dell’Ufficio I del Segretariato Generale al Ministero del Turismo. “La Misura 1, Componente 3 per il turismo e la cultura nell’ambito del PNRR individua un pacchetto di risorse che vale 2,5 miliardi di euro. Tra i diversi progetti è previsto l’investimento 4.0 ‘Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche’, la cui finalità è superare alcune criticità aggravate dalla crisi pandemica: frammentazione delle imprese turistiche, perdita di competitività, difficoltà ad avviare processi di innovazione. Di fronte a tutti i lacci che impediscono lo sviluppo del comparto, si è pensato a un mix di misure finalizzate al miglioramento delle strutture turistico ricettive e dei servizi per alzare le capacità competitive delle imprese e promuovere un’offerta concorrenziale, sostenibile e digitalizzata”.
Il punto di riferimento è il DL 152/2021 convertito nella legge 233/2021, accompagnato da una serie di provvedimenti a corollario. Tra le misure già operative ci sono il contributo a fondo perduto e il credito d’imposta per le imprese turistiche che attuano la linea progettuale 4.2.1 del PNRR. Il bando (ne abbiamo parlato qui) si è aperto il 28 febbraio ed è scaduto il 30 marzo. Sono stati richiesti 2,7 miliardi di agevolazioni, a fronte di risorse per circa 600 milioni di euro, e 190 domande riguardano proprio campeggi e aree di sosta, per un totale di circa 43 milioni.
Di prossima attivazione è invece la Sezione speciale del Fondo Rotativo per l’Innovazione per agevolare l’accesso al credito e gli investimenti di media dimensione nel settore turistico per le piccole e medie imprese. Questo incentivo è previsto dall’articolo 3 del DL 152/2021 (Misura M1 C3, intervento 4.2.5) e si articola in due modalità: un contributo a fondo perduto diretto a coprire fino al 35% della spesa e un finanziamento agevolato combinato con un finanziamento bancario di pari durata a condizioni di mercato. Il PNRR stanzia 180 milioni: 40 per il 2022, altrettanti per il 2023 e 50 milioni per il 2024 e per il 2025. Il 50 per cento di questo intervento è riservato alla riqualificazione energetica, il 40 per cento alle regioni del Mezzogiorno.
Le ultime due misure sono il fondo di garanzia per le PMI Sezione speciale Turismo e il fondo di garanzia Sezione speciale BEI. Si tratta di strumenti che esistono da tempo: sono garanzie pubbliche che facilitano l’accesso al credito a PMI e professionisti.
Tanti progetti Tecnopiscine inaugurati nel 2022