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Digital COVID Certificate: nove paesi lo rilasciano già, la Francia accoglie chi ne è in possesso

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I dati relativi alla diffusione del contagio migliorano in tutta Europa, la campagna vaccinale avanza e le discussioni sulle varie normative per consentire una “libera” circolazione delle persone continuano. Ma il ritmo è sempre un po’ claudicante. Il Parlamento Europeo ha infatti dato il via libera al Digital COVID Certificate, che però pone ancora dei limiti abbastanza importanti e che entrerà in vigore solo il primo di luglio. Anche in Italia si parla di certificazione “verde”, che pur essendo un po’ meno restrittiva di quella europea ancora non si è tradotta in realtà. E nemmeno si comprende per altro a cosa possa servire in un Paese che si avvia a non avere più zone interne con limitazioni agli spostamenti.

Intanto però i turisti devono fare i conti con quanto servirà per potersi spostare senza rischiare di incappare in sconvenienti quarantene. Il Digital COVID Certificate, infatti, sarà valido solo per coloro che avranno completato da almeno 14 giorni il ciclo vaccinale (e per moltissimi cittadini europei questo non sarà possibile prima della fine dell’estate), o che si sono ripresi dal Covid da meno di sei mesi o che sono in grado di presentare un tampone negativo. Nonostante questo, gli stati membri potranno imporre ulteriori misure restrittive in casi particolari, come per esempio l’emergere di una nuova variante del virus.

Tutto questo lascia ampi margini di incertezza, parzialmente mitigati dalla scelta di nove paesi europei che hanno deciso di anticipare l’introduzione del certificato: Bulgaria, Croazia, Danimarca, Germania, Grecia, Lituania, Polonia, Spagna e Repubblica Ceca. Secondo la Commissione UE, questo consente già a oltre un milione di cittadini europei di essere in possesso del documento. Intanto, la Francia ha deciso di ammetterli da subito, senza necessità di tampone, e ha spostato il coprifuoco alle 23. In più, è stata riammessa la presenza di clienti anche all’interno di bar e ristoranti, con un massimo di sei persone al tavolo e sono stati riaperti luoghi culturali, palestre e fiere.

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