La ripresa del turismo europeo sembra avviata, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Nel complesso, il miglioramento dei tassi di vaccinazione in tutta Europa e il certificato digitale Covid dell’Unione Europea hanno facilitato i viaggi transfrontalieri durante i mesi estivi di punta, anche se i volumi sono ancora lontani dai risultati pre-pandemia, che non dovrebbero tornare fino al 2024. A dirlo l’ultimo rapporto trimestrale “European tourism 2021 – trends & prospects (Q3/2021)”, realizzato da Tourism Economics per conto dell’European Travel Commission (ETC).
Alla lenta ripresa contribuiscono due elementi: la diffusione della variante Delta (nel periodo di riferimento del report – luglio/settembre 2021 – non si parlava ancora di Omicron) e l’aumento dei casi di influenza invernale. Il rapporto prevede, quindi, che per la fine dell’anno gli arrivi di turisti internazionali in Europa saranno inferiori del 60% rispetto al 2019 (fonte Tourism Economics).
Calo del turismo estero
Secondo il report di ETC, a metà anno gli arrivi di turisti internazionali in Europa sono diminuiti del 77% rispetto al 2019 (periodo gennaio-luglio 2021, fonte UNWTO – UN World Tourism Organization). Alcune destinazioni europee hanno goduto di una stagione estiva migliore del previsto, attribuibile a una copertura vaccinale superiore ad altri paesi, al certificato digitale Covid dell’UE e alle restrizioni allentate per i turisti stranieri completamente vaccinati, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti.
La ripresa osservata nei viaggi varia tra le destinazioni, anche se oltre il 50% ha subito cali superiori al 74% rispetto ai volumi del 2019. I paesi che hanno aperto prima i loro confini ai viaggiatori vaccinati se la sono cavata meglio e, infatti, la Grecia ha registrato i migliori risultati in termini di pernottamenti (-19% rispetto al 2019), sebbene gli arrivi di turisti stranieri siano stati scarsi.
La ripresa più significativa, rispetto al 2019, si è verificata in Croazia (-37%), che nel mese di settembre ha registrato 1,9 milioni di arrivi di turisti. Al contrario, la Repubblica Ceca (-94%) ha registrato il calo più netto con le misure di austerità contro il Covid-19 estese per tutto l’anno.
Viaggi aerei e hotel
Secondo il report di ETC, i viaggi aerei in Europa hanno registrato una ripresa nei mesi di giugno (-69%), luglio (-57%) e agosto (-49%) rispetto ai livelli pre-pandemia, sebbene ad agosto l’RPK (Revenue Passenger Kilometres), ovvero le entrate per passeggero al chilometro, siano state la metà rispetto al livello del periodo precedente il Covid-19. Il relativo miglioramento durante i mesi estivi è stato trainato principalmente dalla domanda di trasporto aereo nazionale.
Allo stesso modo dei viaggi aerei, i forti tassi di vaccinazione e il certificato digitale Covid dell’UE hanno guidato la domanda di hotel durante i mesi estivi. Rispetto ai livelli di attività del 2020 (dato anno su anno – settembre 2021 vs. settembre2020), i tassi di occupazione in Europa hanno raggiunto il 10,5%, la performance più debole rispetto ad altre aree del mondo, mentre l’ADR – Average Daily Rates (tasso medio giornaliero) è salito del 6,5%, registrando un aumento del 17,7% del RevPAR – Revenue per Available Room, ovvero i ricavi per ogni stanza disponibile.
Turisti d’oltreoceano
Nell’indagine di ETC si evidenzia una significativa carenza di passeggeri a lunga distanza, con arrivi dagli Stati Uniti verso l’Europa rimasti al 90% al di sotto del livello del 2019 per un terzo delle destinazioni prese in esame. Gli americani hanno scelto prevalentemente mete turistiche del Mediterraneo meridionale, con la Grecia che ha fatto il “balzo” più veloce (-38% rispetto al 2019) tra tutte le destinazioni prese in considerazione.
Visto che i viaggi all’estero sono frenati, la persistente assenza di turisti cinesi si fa sentire in tutta Europa, con le destinazioni che registrano un calo di oltre il 90% rispetto al 2019. Nel report si parla di un recente sondaggio “Travel safe, go further” – China Traveler Sentiment Report”, realizzato da Dragon Trail Research, nel quale i viaggiatori cinesi hanno mostrato un crescente entusiasmo per i viaggi all’estero, con il 43% degli intervistati che ha affermato che avrebbe “viaggiato con cautela”: un aumento del 31% rispetto ai risultati di marzo 2021.
Le preoccupazioni per la sicurezza giocano un ruolo importante nel processo decisionale dei turisti cinesi, un mercato che nel 2019 valeva 254,6 miliardi di dollari. Lo stesso sondaggio ha anche mostrato che l’Europa è ancora al secondo posto tra le destinazioni preferite per i viaggi in uscita dalla Cina, preceduta solo dall’Asia.
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