Alla fine di questa contraddittoria stagione 2020 abbiamo incontrato, in occasione di SUN Beach&Outdoor Style, Gianfranco Vitali, presidente regionale di FAITA per l’Emilia-Romagna, nonché uno dei vicepresidenti nazionale. Con lui abbiamo parlato dei risultati raggiunti dal settore nella sua regione.
Camping Business: Abbiamo attraversato una stagione iniziata in modo orribile, ma conclusasi in modo sostenibile. È corretto?
Gianfranco Vitali: Se parliamo dei campeggi dell’Emilia-Romagna, il risultato è stato migliore del previsto, anche perché le premesse di questa stagione erano quelle di non aprire. Poi siamo riusciti a chiuderla con un calo di ricavi dal 15 al 30 per cento, in base alle zone e ai campeggi. Considerando che aprendo più tardi abbiamo avuto anche un calo di costi, il risultato finale dovrebbe essere soddisfacente.
Camping Business: Adesso cosa vi aspettate dalla stagione 2021?
Gianfranco Vitali: Come prima cosa chiederemo al governo di istituire nuovamente il bonus vacanze, che è stato per noi uno strumento molto utile. Primo, perché ha consentito a una grande fascia di mercato la possibilità di andare in vacanza anche quest’anno. Si sono avvicinate al mondo dei campeggi tante famiglie che prima non venivano, dato che in Emilia-Romagna abbiamo accettato il bonus in modo massiccio. È stata una buona promozione, perché probabilmente una parte di queste famiglie tornerà da noi, visto il servizio che abbiamo offerto.
Il secondo vantaggio è che il bonus vacanze è stato spesso utilizzato per allungare la permanenza o per acquistare servizi aggiuntivi, come la mezza pensione o il servizio spiaggia… Il terzo vantaggio è che grazie a questo strumento quest’anno non abbiamo fatto sconti, e ciò ci ha consentito di mantenere i margini. Dunque, il bonus vacanze, di cui l’Emilia-Romagna è stata la regione prima assoluta in Italia come volumi, è uno strumento molto utile e chiediamo quindi al governo di reintrodurlo anche il prossimo anno, dato che il budget stanziato per il 2020 è stato utilizzato in minima parte.
Camping Business: Voi come FAITA lo avete promosso tra i vostri associati? Perché ci sono state grosse differenze tra le diverse regioni…
Gianfranco Vitali: Nei momenti più difficili, durante la fase di chiusura a marzo, ci siamo spesso confrontati tra associati dell’Emilia-Romagna, allacciando un rapporto molto stretto e dandoci consigli a vicenda su some affrontare questa emergenza, sia sotto il profilo sanitario sia sotto l’aspetto commerciale. Appena abbiamo saputo della novità del bonus vacanze abbiamo chiesto a tutti i nostri soci di accettarlo e molti di noi l’hanno promosso direttamente presso i propri clienti, anche tramite newsletter. Per questo probabilmente ha avuto tanto successo in Emilia-Romagna, dove è stato accettato anche da molti alberghi.
Camping Business: Attraendo molti ospiti nuovi, avete registrato un’evoluzione della vostra clientela?
Gianfranco Vitali: Abbiamo notato molti clienti nuovi, ma soprattutto molti camper nuovi. Quest’anno l’utilizzo di questo mezzo è esploso, sia con veicoli a noleggio sia acquistati. Ovviamente questa pandemia ha cambiato le abitudini di vacanza e credo che quella all’aria aperta sia stata la preferita, perché ha garantito il mantenimento delle distanze. E questa nuova tendenza penso che rimarrà in futuro. Tocca a noi farla crescere.
Camping Business: Il fatto che siano aumentati i camper si è tradotto in nuove opportunità o più in problemi logistici?
Gianfranco Vitali: È stata una sorpresa positiva, perché le piazzole difficilmente vengono riempite. Negli ultimi anni per noi è stato un problema farlo, anche in agosto. Il ritorno del camper ha consentito di aumentare l’occupazione delle piazzole. È un fenomeno che va curato e promosso anche presso quei camperisti che preferiscono utilizzare strutture alternative ai campeggi, come le aree di sosta. Come FAITA stiamo perseguendo questo avvicinamento al mondo dei camperisti: abbiamo spazi disponibili, piazzole libere e quindi questo tipo di clientela ci interessa molto.
Camping Business: Parliamo di ospiti stranieri. Ci risulta che fino a Ferragosto sia stato un disastro, ma che poi la situazione si sia ripresa, è vero?
Gianfranco Vitali: Si è rianimata da metà agosto in poi, con un settembre molto buono e arrivi anche fino ai primi di ottobre, per quei campeggi che sono rimasti aperti. Abbiamo visto un ritorno massiccio dei turisti tedeschi, austriaci e svizzeri con il camper. Prevediamo che nel 2021 che questi mercati vedranno una migrazione di clientela: molti abbandoneranno l’idea di fare viaggi in aereo in paesi lontani per preferire una vacanza vicina, domestica o a mille chilometri, raggiungibile con un mezzo autonomo, sia camper o automobile. Noi dunque pensiamo che l’anno prossimo vedremo un ritorno importante di questi clienti verso le destinazioni del centro e del nord Italia. La crescita del mercato dei camper in Germania è un buon segnale, perché questi sono turisti che preferiscono tendenzialmente i campeggi alle aree di sosta, almeno in Italia.
Camping Business: Questa emergenza che ha messo tutti un po’ in ginocchio, almeno nelle prime fasi, è servita a ricompattare lo spirito associativo, a riportare l’associazione al centro dell’informazione, della decisione, dello scambio di esperienze?
Gianfranco Vitali: Come è noto, le associazioni quando tutto va bene sembra che siano inutili. Le cose cambiano quando ci sono difficoltà come queste. Noi abbiamo notato nel periodo difficile di marzo e aprile una forte partecipazione dei soci. Erano tutti in attesa di poter condividere con noi esperienze e suggerimenti. E le associazioni sono state gli interlocutori anche della politica per prendere decisioni rilevanti, perché la politica si confronta con le associazioni, non con i singoli imprenditori. La rappresentanza delle associazioni ha ripreso importanza.
Camping Business: Parliamo un po’ di lei. Oltre a essere presidente di Ascom Comacchio, quali altri ruoli ricopre?
Gianfranco Vitali: Sono anche coordinatore della cabina di regia dell’Emilia-Romagna. La regione è stata divisa in tre aree, di cui quella più importante è la costa. Le quattro province – Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì – si sono riunite in un ente unico, che si chiama Destinazione Turistica Romagna, che si promuove in modo unitario su vari mercati. Questo è un ente pubblico, il cui presidente è il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. Poi c’è uno strumento tecnico-consultivo rappresentato dalle imprese e io ne sono il coordinatore. Noi siamo i consulenti tecnici della politica.
Camping Business: Uscendo per un attimo dal mondo del campeggio, come è andata la stagione turistica per la destinazione Romagna?
Gianfranco Vitali: Il calo finale sarà intorno al 30 per cento, sia in termini di ricavi sia di presenze, perché sono mancati gli stranieri. Ci sono casi di località che tradizionalmente lavorano molto con il mercato italiano e che hanno subito molto meno il calo, perché luglio, agosto e settembre sono stati molto buoni. In termini di risultato complessivo probabilmente alla fine della stagione il loro risultato sarà molto simile a quello dello scorso anno. È vero che si sono ridotti i ricavi, ma lo stesso hanno fatto i costi. Mentre prima la speranza era quella di rimetterci il meno possibile, a fine stagione molte aziende non solo non ci hanno rimesso ma hanno confermato il risultato.
Camping Business: Il timore, soprattutto del mondo dei fornitori di soluzioni per il campeggio, è che il 2021 sia un anno di stasi, dove i proprietari non investiranno per modernizzare le strutture. È un timore concreto?
Gianfranco Vitali: Sì, lo è. Se non altro, ci sarà un ritardo decisionale, perché questa pandemia non è affatto sparita e c’è un’incertezza quotidiana nella curva epidemica che non ci dà alcuna sicurezza sul 2021. Affrontare investimenti importanti è una decisione che in questo momento molti rimandano.
Camping Business: Che cosa avete dovuto modificare nei campeggi per soddisfare il cliente italiano, venendo meno quello straniero? Avete dovuto cambiare attitudini, menu, prezzi o alcuni servizi perché il cliente italiano ha esigenze diverse?
Gianfranco Vitali: Diciamo che in Emilia-Romagna la maggioranza dei nostri clienti è sempre stata italiana, almeno nei campeggi. I cambiamenti sono quindi stati quasi nulli, perché le strutture erano già organizzate per i campeggiatori italiani. Hanno avuto più difficoltà quelle strutture abituate a lavorare con gli stranieri, che hanno dovuto modificare alcune abitudini di animazione, di menu o di orari, per i ristoranti per esempio. Chi ha dovuto adattarsi a lavorare con gli italiani, sotto l’aspetto della ristorazione ha però registrato importanti risultati positivi, perché la spesa media di un cliente italiano al ristorante è più elevata di quella di un tedesco, almeno sulla nostra riviera.
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