In questo terzo appuntamento creato per raccontare il webinar organizzato da FAITA-Federcamping la scorsa settimana vi presentiamo la ricerca dell’Università Ca’ Foscari, coordinata da Valeria Minghetti (nella foto in alto), docente di Economia turistica, che ha puntato a identificare i modelli evolutivi del settore. “Abbiamo cercato di fornire un quadro delle caratteristiche e della consistenza turistica, dando alcune indicazioni sui risultati economici delle imprese, con l’obiettivo di cercare di capire come il comparto sta affrontando i cambiamenti della domanda, già in atto prima del Covid”, ha detto.
Nel 2019 erano presenti in Italia 2.616 strutture, per un’offerta di posti letto pari a 1,3 milioni (l’87% nei campeggi). La dimensione media era di 505 posti letto (496 nei campeggi, 569 nei villaggi turistici). L’offerta è soprattutto balenare: il 51% dei campeggi e il 67% dei letti sono concentrati in zone costiere. Veneto e Toscana sono le regioni top, con la prima che ha le strutture più grandi. I territori dove l’incidenza dei posti letto dell’open air è più elevata sono Marche (37%), Liguria (36,9%), Puglia (33,7%) e Calabria (33,5%).
Per venire incontro a un turista definito “dai mille volti”, l’elemento più importante è la digitalizzazione: i consumatori scelgono, prenotano, vivono e condividono il viaggio e la vacanza. Oggi il turista è meno prevedibile e fidelizzato: modifica il suo comportamento in relazione al valore dell’esperienza. Non si lavora più a compartimenti stagni. Il viaggio è diventato un’esperienza emotiva, con contatti diretti con la natura, in contesti meno urbanizzati e con maggiore flessibilità.
I principali modelli evolutivi vedono che il settore mostra vivacità e attitudine al cambiamento. La ricerca ha però evidenziato come gli operatori stiano procedendo a tre velocità diverse: ci sono i “pionieri” che cavalcano il cambiamento, che lo hanno capito; gli “inseguitori”, ovvero imprese che sono alla finestra non per mancanza di idee, ma di risorse necessarie a investire in innovazione; e gli “inerti”, aziende che non hanno una strategia e che rischiano di uscire presto dal settore, con strutture piccole e una clientela prevalentemente stanziale a cui offrono solo servizi di base.
La spinta a innovare è legata alla dimensione aziendale, al tipo di alloggio proposto, al tipo di clientela e a come vengono gestiti i servizi (internamente o esternamente). Sono tre anche i modelli evolutivi: riqualificazione infrastrutturale, rimodulazione del prodotto per cogliere le nicchie e sviluppo di nuovi concept, come il glamping. Questo porta a diversi modelli organizzativi interni, che possono prevedere unità abitative e piazzole di nuova concezione, vista anche la crescita delle immatricolazioni soprattutto all’estero. Bisogna quindi prevedere l’ampliamento degli spazi e interventi sulle infrastrutture.
Secondo Minghetti, bisogna quindi diversificare il prodotto, seguendo cinque formule principali che possono anche coesistere: orientamento al benessere “green”, orientamento all’acqua (non solo mare, ma anche parchi acquatici), attività outdoor e sport, un’offerta “pet friendly” con servizi e spazi dedicati, orientamento al “camping for all” per facilitare l’accesso a qualsiasi tipologia di turista. Tutte queste formule possono essere competitive se caratterizzate e personalizzate rispetto alla zona in cui la struttura si trova.
Il glamping è un fenomeno particolare che contiene due elementi: la natura che sorprende fuori dal contesto urbanizzato e il lusso non ostentato. A questi si aggiungono il confort a 5 stelle vissuto in modo informale e la personalizzazione del servizio. È un turismo in antitesi al mass market e alle economie di scala, privilegiato da strutture di piccole dimensioni con un focus sulla privacy.
Nel 2020, campeggi e villaggi hanno dimostrato di poter offrire nel post lockdown numerose opportunità, sia a chi si è mosso con mezzo proprio sia a chi ha scelto un’unità fissa, per sicurezza e distanziamento. L’open-air ha perso tra il 40 e il 50%, ma in primavera si pensava a numeri peggiori. Per il futuro, il tema principale è quello che vede contrapposti vaccino o convivenza con il virus. Il secondo è l’evoluzione della situazione economico-finanziaria italiana ed europea, sia per le famiglie sia per la tenuta delle imprese. In più bisognerà tenere conto anche degli aspetti psicologici. La nota positiva è che a fine estate si sono registrate prenotazioni per il 2021 con un trend simile a quello dell’anno prima.
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