È ecologico, quindi in linea con il trend più in voga del momento, piace a grandi e piccini, garantisce costi contenuti e soprattutto continua ad attirare nuovi viaggiatori: il campeggio è uno dei settori più in crescita dell’industria del turismo. E la buona notizia è che continuerà a farlo anche nei prossimi anni, grazie a una serie di cambiamenti e investimenti che stanno portando aria di novità tra le tende.
Lo conferma anche la quinta edizione di North America Camping Report, studio condotto da Cairn Consulting Group e sponsorizzato da Kampgrounds of America, il gruppo di campeggi più grande del Nord America.
Qualche numero
Dal 2014 ad oggi, negli Stati Uniti si contano sette milioni di nuovi campeggiatori (su un totale di oltre 78 milioni). Inoltre, la percentuale di chi fa campeggio almeno tre volte l’anno è cresciuta del 72 per cento.
La motivazione di fondo? È quella che spinge la maggior parte delle persone ad approcciarsi a questo genere di vacanza: l’amore per la vita all’aria aperta.
Chi sono i nuovi campeggiatori?
Il North America Camping Report traccia una serie di trend utili per tutta l’industria legata al turismo open air. E offre una bella iniezione di fiducia al comparto.
Il primo trend da tenere sott’occhio è demografico. Sia i Millennials che la Generazione X hanno più probabilità rispetto al passato di amare il campeggio per tutto l’arco della vita: il che significa non solo giovani ma anche famiglie con bambini.
E non solo. Per la prima volta, nel 2018 la percentuale di campeggiatori provenienti da gruppi multiculturali ha superato quella dei caucasici. Asiatici, ispanici, afroamericani: aumenta la diversità etnica tra i campeggiatori e si abbattono le differenze legate alle abitudini, alla provenienza o all’età. il campeggio, quindi, si rivela un luogo sempre più multirazziale, dove convivenza e accoglienza sono una componente fondamentale.
Il campeggio del futuro
Terzo trend da tenere sott’occhio: si va in campeggio più spesso ma vicino a casa. Se nel 2014, il 13 per cento dei campeggiatori stava nel raggio di 80 km da casa, nel 2018 la percentuale è salita al 31 per cento.
Attenzione, poi, all’offerta ricreativa: soprattutto i più giovani ormai vedono il campeggio come un tutt’uno con una serie di attività sportive. Dal trekking alla pesca, dalle escursioni in bicicletta al kayak, diventano fattori in grado di far propendere per un campeggio piuttosto che per un altro.

Tra glamping e lusso
Tende e camper ma non solo. L’ultimo trend, forse quello sul quale le aziende stanno concentrando i maggiori investimenti, riguarda nuove forme di campeggio.
Le nuove generazioni sono curiose e aperte alle sperimentazioni: non è un caso che in questi anni sia esplosa la moda del ‘glamping’, formula che unisce il glamour e il lusso al campeggio più tradizionale, impensabile anche solo nel 2015. O la moda delle case mobili, rigorosamente ecosostenibili e a basso impatto ambientale.
Alcuni grafici: