Il Tavolo per il Turismo all’Aria Aperta – nato lo scorso maggio da APC (Associazione Produttori Caravan e Camper), Assocamp, Assocamping-Confesercenti e FAITA-Federcamping e coordinato dalla rivista PleinAir – si è riunito ieri sera insieme a ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo per un momento di confronto legato alle istanze che il mondo del turismo open air sta portando avanti in questo delicato momento. L’evento si è concluso con la presa d’atto da parte di Giorgio Palmucci, presidente di ENIT, dell’importanza di questo settore e con un suo impegno formale per una collaborazione importante tra le associazioni di settore e le strutture pubbliche.
Nella fase di avvio del Tavolo, Palmucci ha espresso la sua soddisfazione nel vedere concretizzato un evento “fisico”, e non solo virtuale, come il Salone del Camper di Parma e ha poi sottolineato come questo 2020 sia stato per ENIT un anno in cui tutta la normale attività pianificata ha dovuto essere rivoluzionata a seguito della pandemia da Covid-19. “Il ruolo di ENIT è un po’ cambiato,” ha detto il presidente. “Finora ci eravamo occupati della promozione del turismo dall’estero verso l’Italia, mentre quest’anno abbiamo lavorato soprattutto per far conoscere il paese agli italiani”. Poi Palmucci ha affrontato il tema del turismo all’aria aperta, evidenziando come in Europa i turisti che hanno soggiornato in campeggio nel 2019 abbiano superato i 360 milioni di pernottamenti, di cui il 15%, ovvero circa 55 milioni, in Italia.
“Questo numero rappresenta una quota importante”, ha detto. “Nell’attività promozionale che ENIT ha iniziato a portare avanti dopo il lockdown, stiamo lavorando per cercare di far ripartire quei flussi, anche se sicuramente quei numeri quest’anno non potranno essere ripetuti. Il turismo all’aria aperta è molto importante, non solo a livello domestico, ma anche europeo, perché consente di rispettare misure di distanziamento e prevenzione che garantiscono una vacanza in sicurezza. Come ENIT siamo assolutamente a disposizione. Lavoriamo con le Regioni, con i Comuni e soprattutto con operatori e associazioni di categoria per ascoltare le istanze e fare in modo che il lavoro svolto dalle nostre equipe sia utile agli operatori e porti a far rivedere quei numeri del turismo dimenticati a causa del lockdown”.
APC: non disperdere questi flussi turistici
L’APC è intervenuta, tramite il suo nuovo direttore generale, Ludovica Sanpaolesi, ricordando i numeri del comparto: una produzione di circa 22 mila camper (di cui oltre il 70% destinati all’esportazione), un parco circolante europeo che tra camper e caravan ammonta a quasi 5 milioni e 700 mila veicoli e un conseguente numero di turisti che, ipotizzando equipaggi di quattro persone, arriva quasi a 23 milioni di persone. Sanpaolesi ha poi posto l’accento sulla capacità di spesa e le attitudini di questo tipo di turista.
“L’investimento per accedere al mondo del camper non è trascurabile, perché il prezzo varia da un minimo di 40/45 mila euro fino a 100 mila euro, con punte di 150/180 mila euro per i prodotti di fascia alta”, ha sottolineato. “Questo dato ci fa capire che non parliamo di turisti ‘poveri’, che cercano di spendere il meno possibile. Sono invece turisti con ottime disponibilità economiche. Uno studio universitario ha evidenziato che ogni equipaggio spende tra 200 e 250 euro al giorno, specialmente in prodotti enogastronomici. Si tratta quindi di numeri importanti, e oltre tutto questo è un turista che si muove anche nei periodi di media e bassa stagione: possiamo definirlo un viaggiatore ‘slow’, che ama anche mete turistiche lontane dal turismo di massa, magari soggiornando in campeggi che sono strutture ricettive confortevoli e bene attrezzate. I camperisti sono quindi una risorsa preziosa per i territori che li ospitano e i paesi che li accolgono”.
Sanpaolesi vede poi in futuro un obiettivo da tenere ben presente. “Paesi concorrenti dell’Italia dal punto di vista turistico pubblicizzano le loro destinazioni sulle riviste italiane che parlano di camper,” ha detto. “Non bisogna quindi disperdere questo importante flusso turistico a favore di altri paesi. I camperisti sono poco sensibili al tema di restare nel proprio paese, perché si sentono al sicuro all’interno del loro camper, quasi in una bolla sanitaria. Sono quindi potenzialmente molto propensi a spostarsi all’interno dell’Europa e questo rappresenta per noi una grande opportunità: dobbiamo attrarre camperisti esteri ed essere bravi a far rimanere in Italia i nostri concittadini”.
Infine, il direttore generale di APC ha evidenziato due tendenze che sono sicuramente da tenere presenti. “Per il futuro ci sono dei ‘megatrend’, uno dei quali è l’individualismo,” ha detto Sanpaolesi. “Il camper consente di decidere in piena autonomia dove andare e quando partire. Il secondo megatrend è la consapevolezza della necessità di ridurre l’impatto ambientale. I camper non consumano territorio e i ‘sistema paese’ che sanno intercettare questi trend potranno beneficiare della presenza di turisti ad alto potenziale di spesa. Non accoglierli sarebbe un errore, perché andrebbe a beneficio solo di altri paesi. Pensiamo che per l’Italia questa sia una bella opportunità”.
FAITA-Federcamping: finalmente si è messo in moto un meccanismo propositivo
La parola è poi passata a Maurizio Vianello, Presidente di FAITA-Federcamping, che ha espresso soddisfazione nel vedere come stia cambiando l’attenzione delle istituzioni nei confronti del turismo all’aria aperta e come oggi si stia delineando una nuova collaborazione tra i vari attori del settore. “Mi fa piacere intervenire dopo il rappresentante di APC, perché questo rappresenta un cambiamento nelle relazioni”, ha detto Vianello. “Sono felice perché oggi emerge il fatto che il turismo in campeggio non è più considerato un turismo a basso costo, pseudo-sociale, per poveri. È invece una modalità ben riconosciuta all’estero e vista come un’opportunità e che in Italia fino a quest’anno aveva perso questa caratteristica. Facendo la somma delle presenze in estate nei campeggi italiani ci accorgeremo che forse meno della metà dei turisti stranieri è venuta nel nostro paese. Credo che sia strategico per l’ENIT pensare a un piano di comunicazione che preveda una campagna per la promozione del nostro territorio, sottolineando l’esistenza di oltre 2.500 campeggi sparsi in tutto il Paese. L’ENIT di oggi è sicuramente diverso da quello del passato, perché il mondo del campeggio prima non era minimamente valorizzato. Finalmente oggi si mette in moto un meccanismo propositivo. Penso che questo gruppo che si è riunito grazie alla capacità di PleinAir possa rappresentare nelle prossime settimane o mesi delle nuove progettualità”.
Assocamp: accoglienza in tutte le stagioni
Per Ester Bordino, presidente di Assocamp, uno dei limiti da superare è quello delle strutture ricettive aperte solo durante i mesi più caldi, perché il camperista ha bisogno di trovare accoglienza in tutte le stagioni. “Dopo un primo momento di paura per il lockdown e per i mesi di stop forzato, anche grazie a campagne specifiche che abbiamo lanciato, il nostro mercato ha visto una buona ripresa,” ha detto. “Ma oltre ad avere venduto questi mezzi, noi dobbiamo consigliare a queste persone dove andare. Dobbiamo fare in modo che i campeggi siano aperti tutto l’anno, perché un camper viene usato sempre e quindi c’è la necessità di avere strutture che possano accoglierli. Noi abbiamo consigliato ai nostri clienti di non andare all’estero quest’anno, scegliendo strutture italiane perché era una cosa più sicura. Molti ci hanno ascoltato, qualcuno ovviamente no. Ma tra chi è rimasto in Italia la lamentela più frequente è che in molti paesi o città non si viene accolti bene: c’è ancora l’immagine del turista povero, di serie B. Non è così, perché la spesa per un camper non è indifferente. Una famiglia spende in ristorazione, in prodotti locali, per cui questa tipologia di turismo andrebbe rivalutata e bisognerebbe cominciare a pensare ad avere più strutture e più accoglienza. Per questo chiedo a chi rappresenta i campeggi di riunirsi e fare in modo che le strutture siano aperte tutto l’anno pronte ad accogliere turisti italiani ed esteri”.
Assocamping-Confesercenti: un comparto che va valorizzato
I numeri sono il fattore che anche Monica Saielli, presidente di Assocamping-Confesercenti, ha voluto sottolineare, soprattutto a beneficio del rappresentante ENIT. “I campeggi rappresentano la seconda tipologia ricettiva, con un milione e 350 mila posti letto e con un fatturato di 5 miliardi di euro, compreso l’indotto,” ha detto Saielli. “Nel 2020 le presenze dovrebbero assestarsi intorno al 40 per cento rispetto a quelle dello scorso anno, ma in ogni caso sono numeri che non possono essere ignorati, soprattutto con riferimento ai turisti stranieri, che rappresentano il 50 per cento delle nostre presenze”.
Poi il tema si è spostato sui pregi di questa tipologia di turismo. “L’ospitalità open air è interessante e vincente perché coniuga uno stilo di vita improntato a semplicità, socialità e sostenibilità ambientale,” ha spiegato Saielli. “Per questo il suo ‘appeal’ è destinato ad aumentare. In questa situazione di emergenza campeggi e villaggi turistici hanno rappresentato per molti la vacanza ideale, con molte persone che si sono avvicinate per la prima volta a questo tipo di vacanza. Le strutture hanno dimostrato di poter offrire un soggiorno in una ambiente sicuro. Sono paragonabili a dei grandi parchi: le strutture fisse incidono minimamente rispetto alla superficie totale e questo rappresenta un valore aggiunto. Purtroppo, però, spesso veniamo un po’ ignorati: le istituzioni non conoscono con esattezza il nostro mondo e le nostre caratteristiche. Ed è difficile far capire le nostre peculiarità quando l’interlocutore non ci conosce. Il segnale che arriva da questo tavolo è positivo e mi auguro quindi che questo comparto venga valorizzato nell’ambito del sistema turistico italiano”.
Le conclusioni sono state lasciate a Giorgio Palmucci, che ha preso atto con interesse di quanto espresso al Tavolo. “Sono d’accordo quando si dice che da situazioni complesse come questa bisogna saper cogliere una comprensione di modelli di turismo differenti, cercando di evitare errori magari fatti in passato. Questo tipo di turismo è assolutamente coerente con l’obiettivo che ministero, regioni ed ENIT si erano già dati per i prossimi anni, indipendentemente dal fattore Covid. Guardando non solo al numero dei pernottamenti, ma anche alla crescita di valore attraverso la destagionalizzazione, avendo un paese che potrebbe acquisire turisti durante tutto l’arco dell’anno, e la deconcentrazione. Per gli effetti del Covid nessuno parla più di ‘overtourism’, ma lo scorso anno noi abbiamo avuto grandi problemi che hanno portato a snaturare la qualità del turismo e di un viaggio nel nostro paese. Tutto quanto ho sentito su camperisti e caravanisti, con numeri molto importanti in cui la percentuale di ripartizione tra turismo straniero ed estero è coerente, è positivo. Non posso quindi che essere d’accordo sul fatto che come ENIT dobbiamo impegnarci per far sì che questa tipologia di turismo venga promossa con azioni da condividere con le associazioni e con i rappresentanti del settore, in modo da poter essere incisivi e mostrare a governo e regioni l’importanza del turismo all’aria aperta. Potremmo dedicare una parte del budget a disposizione per questo tipo di vacanza e sarà mia cura fare una relazione di quello che ho ascoltato oggi e trasmettervi poi idee da sviluppare che vorrei condividere con voi”.
L’evoluzione del turista riflessa nelle richieste ai camping village italiani