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Il turismo riprende lentamente: piacciono mare e montagna, soffrono le città d’arte

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Segnali positivi arrivano dal turismo che predilige mare, lago e montagna, mentre le città d’arte continuano a soffrire. Lo rivela l’ultima indagine realizzata dal Centro Studi Turistici (CST) per Assoturismo Confesercenti, che ha analizzato la disponibilità delle camere sui principali portali delle agenzie viaggi online (OTA, Online Travel Agency) nel fine settimana da poco trascorso (18 e 19 luglio). Se mare e montagna vedono rispettivamente un tasso di occupazione del 70% e del 68%, anche i laghi non vanno male, con un tasso medio del 66%. Pur in risalita, i numeri sono però ancora molto lontani dai valori normalmente realizzati negli anni scorsi, che per il settore balneare superano solitamente il 90%.

A soffrire di più sono le mete culturali, con solo il 51% delle stanze disponibili prenotate. A Roma e Firenze solo poco più di un terzo della disponibilità (36%) risulta prenotato. Male anche Napoli (38%) e Venezia (42%); un po’ meglio fanno Palermo (45%), Milano (46%) e Bologna (49%), mentre registrano risultati superiori alla media delle altre città d’arte – anche se comunque insoddisfacenti – Perugia (54%) e Matera (55%). La crisi è imputabile principalmente alla mancanza del turismo straniero, che in media, durante la stagione estiva, vale circa il 68% delle presenze. Le previsioni di Assoturismo-CST non sono positive: nel periodo giugno-luglio-agosto nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

Segnali ancora più sconfortanti arrivano dalle località termali e collinari, che registrano percentuali di occupazione (49%) ancora più basse delle città d’arte. Il CST segnala anche che, a parte lo stop al turismo straniero, l’emergenza sanitaria ha in generale modificato le scelte degli italiani in tema di viaggi. Pur non frenando del tutto il desiderio di vacanza, si conferma la tendenza a spostamenti brevi, di due o tre notti, scegliendo località prevalentemente marine o montane, possibilmente non troppo lontane da casa.

Il combinato disposto di assenza dei turisti e dello smart working sta svuotando le città d’arte e letteralmente uccidendo i centri storici, che stanno diventando zone rosse dell’economia”, commenta il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina. “È necessario un intervento di terapia intensiva, per tamponare una crisi apparentemente infinita che sta gravemente compromettendo non solo le imprese della ricettività e dei servizi turistici, ma anche bar, ristoranti e negozi delle mete culturali e dei centri storici, rimasti ormai senza fiato, imprese che devono essere sostenute più a lungo, con contributi a fondo perduto, ammortizzatori sociali e credito di imposta per gli affitti. Se non ci sbrighiamo, corriamo il serio rischio di perdere quanto di buono è stato fatto in questi ultimi anni sul fronte dell’accoglienza turistica, con migliaia di attività che non arriveranno a vedere l’autunno”.

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