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Intervista a Toby O’Rourke, CEO di Kampgrounds of America, Inc. (KOA)

Durante RVX: The RV Experience, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il nuovo Presidente e CEO di Kampgrounds of America, Inc. (KOA), Toby O’Rourke, che,  attualmente guida il più grande network mondiale di campeggi, con più di 500 franchising e location di proprietà in USA e Canada.

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Durante RVX: The RV Experience, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il nuovo Presidente e CEO di Kampgrounds of America, Inc. (KOA), Toby O’Rourke, che,  attualmente guida il più grande network mondiale di campeggi, con più di 500 franchising e location di proprietà in USA e Canada.

Toby O’Rourke si è unita a KOA nel 2011 e ha scalato le posizioni all’interno dell’azienda fino a diventarne Presidente nel 2018 e la carica di Presidente e CEO di KOA nel marzo 2019. Toby ha due figlie piccole ed è appassionata di vacanze outdoor. Ama le camminate in famiglia, pescare, visitare i parchi nazionali e, naturalmente, il campeggio.

Ci racconti di KOA.

Kampgrounds of America nasce nel 1962 e oggi siamo il più grande network al mondo nel settore campeggio. Abbiamo 518 siti tra USA e Canada e siamo in continua crescita. Abbiamo aggiunto, l’anno scorso, 16 nuovi campeggi già esistenti e, grande cambiamento rispetto alle recenti tendenze, abbiamo in atto la costruzione di ben 13 nuovi campeggi. Abbiamo in essere numerosi nuovi contratti per siti da costruire che avranno una conduzione privata. Molti investimenti stanno arrivando, sia in termini di miglioramenti dei parchi attuali sia per la realizzazione di nuovi.

Campground

KOA è proprietaria di tutti questi campeggi?

Noi siamo un sistema di franchising, perciò di 518 ne possediamo, come corporate, 31. Gli altri sono, come detto, business privati gestiti in parthership con KOA.

Perché un campeggio decide di unirsi al vostro network?

Credo che si entri in un franchising per diverse ragioni, una, certamente, deve essere il marketing. Con un’esperienza di ben 57 anni KOA ha una forte brand awarness e la gente è cresciuta vedendo i cartelli di indicazione KOA su tutte le strade del Paese: certamente esiste un’impronta intrinseca KOA sulle persone. Investiamo molto in marketing. Siamo molto focalizzati sull’indirizzare il pubblico sul nostro sito web, koa.com, perciò molti investitori privati si uniscono a KOA perché nel nostro franchising trovano un sistema avanzato e collaudato che le persone cercano e trovano online. Nell’istante in cui diventano partner KOA, il telefono inizia a squillare incessantemente per le richieste online, questa è una delle ragioni. Inoltre, noi abbiamo la tecnologia e questo è un fattore a nostro favore. Abbiamo un sistema di gestione dei campeggi proprietari che permette loro l’accesso al database dell’intera clientela presente nel sistema. In questo modo, con l’unificazione del sistema operativo, siamo in grado di raccogliere informazioni su tutti e aiutare i proprietari. Noi conosciamo i prezzi di ognuno, senza curarci di vicinanza o concorrenza tra campeggi e possiamo intervenire aiutandoli a capire i trend del turismo in campeggio, tutto grazie solo al potere della tecnologia in nostro possesso.

Infine ci sono i servizi che offriamo e l’assistenza. Come sistema di franchising offriamo molti servizi, come ad esempio programmi di formazione per manager e proprietari. Abbiamo programmi di formazione online per lo staff, e li aiutiamo a trovare i lavoratori stagionali per i vari servizi di supporto nei periodi più intensi. Abbiamo perfino del personale predisposto alla consulenza in caso di riammodernamento della struttura o della costruzione di nuovi siti. Mettiamo in campo una vasta gamma di supporti per aiutare chi intraprende una partnership con noi.

Avete degli standard oppure qualsiasi camping può entrare a far parte del network KOA?

Abbiamo dei requisiti che ogni struttura KOA deve rispettare. Qualche volta ci piacciono un camping e una location ma concordiamo, invece, di non diventare partner  perché la struttura dovrebbe aggiungere alcune offerte per essere una campeggio KOA. Ad ogni campeggio, inoltre è garantito una zona territoriale, ovvero un’area entro la quale non viene posizionata un’altra struttura concorrente.  Se una nuova struttura rispetta gli standard e non si sovrappone in un territorio occupato, può entrare tra i campeggi KOA.

KOA si trova soltanto in Nordamerica?

KOA è presente in Nordamerica e Canada. Lo era anche in Giappone molto tempo fa e contava qualche struttura in Messico. Adesso, però, siamo presenti solo in USA e Canada. In questo momento non abbiamo mire di espansione internazionale.

Come sono organizzati i vostri campeggi e che tipo di campeggiatori ospitate?

L’85% dei nostri ospiti campeggia con veicoli ricreazionali, quindi la maggior parte delle nostre strutture sono campeggi adatti ai camper, ma ogni KOA ha anche piazzole per tende. La tenda è un grosso business, il 60% dei campeggiatori americani predilige la tenda, il campeggio nei parchi oppure le mobile home di alta qualità. Alcune sono particolari perché riproducono alcune comodità della casa d’abitazione, come bagni e cucina. Abbiamo anche dei prodotti chiamati “camping cabins”, senza bagni, un po’ più spartane, ma sono popolari tra la nostra clientela da tempo e ai nostri ospiti piacciono sempre.

Avete sposato l’innovativa filosofia Glamping?

Certamente, il glamping sta letteralmente invadendo l’America ed è diventato un business di primo livello. Abbiamo, nel nostro sistema, 84 siti che hanno creato delle installazioni originali e uniche e hanno realizzato  tende indiane, canadesi, yurte, case sull’albero e questo fenomeno sta crescendo in popolarità. Come ho detto, circa un quarto dei nostri campeggi offre sistemazioni lussuose e uniche.

Antonio Mazzucchelli intervista Toby O’Rourke

Può parlarci del progetto Campground of the Future?

Campground of the Future è un progetto iniziato pochi mesi fa e guarda al nostro futuro partendo dalle basi di oggi. Abbiamo scelto l’anno 2030, un termine non molto lontano. Osserviamo e studiamo il design attuale nel settore del campeggio, e cerchiamo di prevedere come cambieranno le tecnologie e le aspettative dei consumatori. Abbiamo preso in considerazione aspetti come l’impatto ambientale, le tendenze relative alla salute e al benessere e abbiamo appena creato un modello in realtà virtuale.

Digitando campthefuture.com si possono visualizzare ambienti montani, urbani, desertici, oceani e foreste. In questo mondo si possono visitare diversi ambienti concettuali. Si può vedere l’integrazione solare nel parco, e abbiamo anche immaginato come la tecnologia potrebbe essere di complemento all’esperienza nel futuro, quindi abbiamo chioschi interattivi che connettono gli ospiti al campeggio, robot o droni per le consegne e servizi come la legna da ardere. Abbiamo anche un concept per qualcosa chiamato “Powerpad” che non esiste ancora da nessuna parte, che io sappia, ma prevede una “piazzola” dove il camper si ricarica, parcheggiato ma senza connessioni. Abbiamo lavorato per mettere il più possibile a contatto le persone con la natura e abbiamo realizzato, per esempio, delle mobile home sottomarine nell’oceano oppure edifici e lodge con ampio uso di vetro opacizzabile, in modo da essere connessi con la natura e l’esperienza outdoor ma con la possibilità di oscurarli e creare un ambiente privato se lo si desidera, oppure per le ore notturne. Ci siamo persino divertiti a collocare alcuni campeggi sulle pareti delle montagne: io penso che sia piuttosto impegnativo ma in un futuro molto vicino sono certa che sarà possibile integrare sempre più i siti nell’ambiente circostante.

Per saperne di più guarda qui.

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