Il World Travel & Tourism Council (WTTC) ha tirato le somme a livello mondiale e ha descritto lo (sconfortante) quadro dipinto dalla pandemia. Secondo l’ultimo report sull’impatto economico e lavorativo, realizzato in collaborazione con Oxford Economics, il settore di Viaggi & Turismo ha perso tra i 4,5 e i 4,7 trilioni di dollari, con un contributo al PIL globale crollato del 49,1 per cento rispetto al 2019, passando dal 10,6 al 5,5%.
Nel 2020, sono stati persi 62 milioni di posti di lavoro, pari a un calo del 18,5%. Globalmente, nel settore sono rimasti solo 272 milioni di occupati, rispetto ai 334 milioni nel 2019. La minaccia di perdita di posti di lavoro persiste, poiché molti di questi sono ancora supportati da programmi di sostegno governativi, e senza un pieno recupero del settore Viaggi & Turismo potrebbero andare persi. La spesa dei visitatori nazionali è diminuita del 45%, mentre quella di chi proviene dall’estero è diminuita del 69,4%, un valore che non ha precedenti.
Prima della pandemia, Viaggi & Turismo (compresi i suoi impatti diretti, indiretti e indotti) rappresentava un nuovo posto di lavoro ogni quattro creati nel mondo, ovvero il 10,6% di tutti i posti di lavoro (334 milioni) e il 10,4% del PIL globale (9,2 trilioni di dollari). Nel 2019, la spesa dei visitatori internazionali era stata pari a 1,7 trilioni di dollari, pari al 6,8% delle esportazioni totali e al 27,4% delle esportazioni di servizi globali.
Ogni anno, il WTTC e Oxford Economics producono rapporti che analizzano il contributo economico del settore in 185 paesi, per 25 regioni economiche e geografiche e per più di 70 città. Le due società confrontano anche Viaggi e turismo con altri settori economici e analizzano l’impatto delle politiche governative che interessano il settore, come l’occupazione e la facilitazione dei visti.
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