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Spagna, anche i sindacati prevedono un’annata record per la stagione estiva 2023

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Tra giugno e settembre, circa 50 milioni di turisti – equamente distribuiti tra visitatori nazionali (51%) e stranieri (49%) – trascorreranno le loro vacanze in Spagna. Si tratta di un’ottima notizia per l’industria turistica spagnola, che vede già quest’anno la concreta possibilità di battere i risultati del 2019 mettendo definitivamente alle spalle il periodo negativo dovuto alla pandemia.

Questi dati sono contenuti nel rapporto “Il modello turistico al crocevia della ripresa“, elaborato dal Gabinetto Tecnico Federale della Confederazione sindacale spagnola Comisiones Obreras (CCOO).

Dopo aver analizzato l’attività turistica spagnola della stagione 2022 e i dati molto incoraggianti del primo quadrimestre 2023 (+2,3% di viaggiatori e +0,8% di pernottamenti rispetto allo stesso periodo del 2019), lo studio espone le previsioni per l’estate 2023: come detto, oltre 50 milioni gli arrivi previsti nella stagione estiva e 160 milioni di pernottamenti, l’1,8% in più rispetto al 2019, con una percentuale predominante di turismo straniero (60%) rispetto a quello spagnolo (40%), dato il loro maggiore potere d’acquisto e una permanenza media più lunga.

Il 2023 sarà “un anno che batterà tutti i record”, ha commentato il Segretario per le Istituzioni e la Comunicazione del CCOO, Marcos Gutiérrez.

Si viaggia soprattutto per svago

In un orizzonte che si delinea molto positivo per tutto il settore, si colgono però alcune differenze. Il segmento che vede minori progressi è quello del turismo d’affari o del turismo MICE (Meeting, Incentive, Conference, and Exhibition), che comunque mantengono un’importanza strategica per la Spagna e in particolare modo per le città in cui si concentrano maggiormente le attività di questo segmento di turismo, Madrid e Barcellona.

Il turismo mirato alle vacanze dimostra invece di essere in ottima salute, facendo registrare una ripresa più netta rispetto alle scorse stagioni. Due, secondo lo studio, le ragioni della crescita di questo segmento: da una parte il desiderio di viaggiare accumulato dopo le restrizioni della crisi sanitaria, dall’altra l’aumento della capacità di spesa, determinato dall’aumento del salario minimo e dall’incremento dei contratti a tempo indeterminato dopo l’attuazione della riforma del lavoro.

Ristorazione, settore meno attrattivo per i lavoratori

Risvolti positivi, naturalmente, anche per l’occupazione: con il picco di attività in piena stagione, si prevede l’assunzione di circa 280.000 persone durante l’estate.

Ma ci sono anche delle zone d’ombra: se l’occupazione nel primo trimestre del 2023 rispetto al primo trimestre del 2019 è in aumento nel settore alberghiero/ricettivo (soprattutto negli hotel a 4 e 5 stelle), si registra invece un calo nel settore della ristorazione a causa delle difficili e precarie condizioni di lavoro. Per il sindacato, affinché anche il settore della ristorazione torni a essere allettante occorre garantire salari adeguati alla realtà e migliori condizioni di lavoro.

La CCOO richiama dunque gli operatori pubblici e privati del settore turistico ad impegnarsi per una necessaria trasformazione del settore verso un modello sostenibile, socialmente responsabile, scommettendo sull’occupazione di qualità, sullo sblocco dei contratti collettivi settoriali e sul recupero del potere d’acquisto dei lavoratori del settore.

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