L’indagine è stata presentata in occasione dell’evento Beach&Love alla fine di luglio, ma in attesa dei risultati di agosto e guardando alle prospettive di settembre i suoi numeri sono ancora attuali e meritori di una riflessione. Curata da Ipsos e realizzata intervistando a fine giugno un campione di circa un migliaio di persone, la ricerca Future4Tourism analizza l’impatto che la pandemia da Covid-19 sta avendo sulla stagione 2020, evidenziando come il bicchiere possa essere visto mezzo vuoto, ma anche mezzo pieno.
Se il 90 per cento degli interpellati dichiara che la pandemia ha in qualche modo influenzato le proprie scelte vacanziere (33 per cento molto, 40 per cento abbastanza, 17 per cento poco), è importante che le attività promozionali siano orientate alla positività: il 68 per cento vorrebbe ascoltare messaggi che riguardano la sicurezza del consumatore, mentre il 62 per cento amerebbe sentire di un ritorno alla normalità. In generale, le aspettative sono quelle di pubblicità che possano far sentire positivi, divertiti e sicuri.
L’indagine ha poi rilevato che nonostante il calo rispetto agli anni scorsi, il 61% del campione ha confermato la volontà di fare una vacanza nel corso dell’anno. Questa cifra si confronta con il 72% dello scorso anno, il 74% del 2018 e il 68% del 2017. Va rilevato come nei mesi questa tendenza sia cambiata: a inizio aprile solo il 41 per cento pensava alle ferie, ma già a fine maggio la percentuale era salita al 51%.
Anche l’indagine Ipsos ha poi confermato l’intenzione di rimanere entro i confini italiani, rilevando come l’83 per cento degli intervistati fosse orientato in questo senso. Per molti si è trattato, o si tratterà, di una “toccata e fuga”, visto che la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di pensare a vacanze brevi, fino a tre notti. Cresce la voglia di mare (dal 56 per cento del 2019 al 59 per cento di quest’anno), di montagna (dall’11 al 15%), di collina/lago/campagna (dal 5 all’8%), mentre crolla la domanda per le visite culturali (dal 26 al 17%) e si dimezza quella per le crociere (dal 2 all’1%).
Interessante notare come a crescere più di ogni altra categoria di struttura ricettiva sia il campeggio, salito dal 2% delle richieste nel 2019 al 7% del 2020. Scendono Hotel/B&/Agriturismi (dal 47 al 38%) e villaggi turistici (dall’8 al 7%), mentre salgono case e appartamenti in affitto (dal 37 al 42 per cento). Infine, un elemento di cui tenere conto è che la gran parte delle informazioni sulle mete turistiche viene raccolta tra Internet (siti web ufficiali e non, blog, forum, per un totale del 73%) e sui social network (12%). Insomma, di questi tempi una presenza online è quanto mai indispensabile.
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