In questi giorni il World Travel & Tourism Council (WTTC) sta pubblicando una serie di ricerche che quantificano i danni causati dalla pandemia da Covid-19 nei principali paesi Europei e negli Stati Uniti. Nel Vecchio Continente, il conto peggiore tra le nazioni prese in esame spetta alla Francia, con 48 miliardi di dollari di perdite prodotte dal minor numero di turisti e visitatori stranieri. Germania e Italia seguono distanziate, rispettivamente a quota 38 e 36 miliardi di euro, mentre la Gran Bretagna rimane sotto la soglia dei 25 miliardi. Salato anche il prezzo pagato dagli Stati Uniti, valutato in circa 155 milioni di dollari, ovvero oltre 131 miliardi di euro.
Il dato francese si spiega anche con l’inserimento del paese d’Oltralpe nella lista di quelli per cui il governo britannico prevede la quarantena al rientro, cosa che ha ridotto considerevolmente il numero di persone dall’estero. Nel 2019 i visitatori internazionali hanno portato all’economia francese 58,6 miliardi, costituendo il 34% della spesa turistica totale. Tra il 2016 e il 2018 Germania e UK hanno pesato per il 14% degli arrivi internazionali, seguiti dal Belgio (12%) e Italia e Svizzera (8% ciascuna). Nello scenario peggiore dipinto dal WTTC, in Francia sarebbero a rischio 2,1 milioni di posti di lavoro del settore Travel & Tourism, sui 2,7 totali (il 9,4 per cento della forza lavoro francese totale). Il settore genera annualmente 205 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo (PIL), equivalenti all’8,5% dell’economia locale.
La situazione in Germania è leggermente migliore, anche se le stime del WTTC parlando di perdite per 38 miliardi di euro. Lo scorso anno, il settore di viaggi e turismo ha portato a un giro d’affari pari a 310,9 miliardi di euro di PIL, il 9% dell’economia tedesca. I posti di lavoro complessivi sono 5,7 milioni (il 12,5% dei lavoratori tedeschi), di cui 4,6 sarebbero a rischio nel caso in cui le cose dovessero degenerare. Nel 2019 il turismo straniero ha pesato per il 14 per cento, generando un fatturato di 3,9 miliardi. Tra il 2016 e il 2018, Olanda e Svizzera sono le due nazioni che più hanno contribuito come numero di visitatori esteri, con il 12 e il 9% rispettivamente degli arrivi, seguite da Stati Uniti e Gran Bretagna, entrambe con il 7%.
In Italia, le stime del WTTC vedono un impatto pari a 36,7 miliardi di euro, con 2,8 milioni di posti di lavoro (su 3,5, ovvero il 14,9 per cento dei lavoratori totali) a rischio nello scenario peggiore. Nella penisola, il settore Travel & Tourism genera una quota di PIL pari a 232,9 miliardi, ovvero il 13% del totale. Nel 2019 il turismo internazionale è stato il 24 per cento del totale, per un valore di 45 miliardi di euro. Tra il 2016 e il 2018 l’Italia è stata scelta per il 20% da tedeschi, per l’8% da statunitensi e francesi e per il 6% da britannici. Interessante il dato che riguarda Roma, dove i turisti stranieri rappresentano il 66% del totale e dove il loro calo pesa in maniera ancora più significativa.
La Gran Bretagna sembra essere riuscita a contenere un po’ di più i danni, con perdite stimate che si aggirano intorno ai 22 miliardi di sterline (poco meno di 25 miliardi di euro). Il valore totale del settore nel 2019, in termini di Prodotto Interno Lordo, è stato pari a circa 200 miliardi di sterline (oltre 225 miliardi di euro). Il turismo straniero ha pesato per il 17 per cento, per un valore di 28,2 miliardi di sterline. Il settore impiega quattro milioni di lavoratori (l’11% del totale), di cui tre milioni a rischio nel “worst case scenario”. In UK i turisti arrivano principalmente da Stati Uniti e Francia (10% ciascuna), Germania (9%) e Irlanda e Spagna (7% ciascuna).
Infine, il WTTC ha preso in esame gli Stati Uniti, dove le stime parlando di perdite per 155 miliardi di dollari (oltre 131 miliardi di euro). Sui 16,8 milioni di posti di lavoro (il 10,7 per cento del totale), 12,1 sarebbero a rischio nello scenario peggiore. Il settore Travel & Tourism vale negli Stati Uniti il 9 per cento del PIL, per un totale di 1.800 miliardi di dollari. Qui il turismo straniero ha pesato nel 2019 per 195,1 miliardi, Il 16% del totale. Negli USA i turisti arrivano prevalentemente da Canada (26%), Messico (24%), Regno Unito (6%) e Giappone (5%).
“Un coordinamento internazionale per ristabilire i viaggi transatlantici fornirebbe una spinta vitale al settore dei viaggi e del turismo”, ha affermato Gloria Guevara, Presidente e CEO del WTTC (nella foto). “Ne trarrebbero vantaggio le compagnie aeree e gli hotel, gli agenti di viaggio e i tour operator e rivitalizzerebbe i milioni di posti di lavoro della supply chain che dipendono dai viaggi internazionali. Abbiamo urgente bisogno di sostituire misure di quarantena in continua evoluzione con programmi di test e tracciamento rapidi, completi ed economici nei punti di partenza. Questo investimento sarà notevolmente inferiore all’impatto delle improvvise quarantene che hanno conseguenze socio-economiche devastanti e di grande portata”.
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