Una stagione turistica che si conferma positiva, ma con alcune riflessioni da fare in merito ai cambiamenti in atto nelle scelte del turista-consumatore. È in questi termini che il ministro francese delegato al Turismo, Olivia Grégoire, ha presentato il primo bilancio della stagione estiva 2023. La conferenza stampa si è tenuta a Bercy lo scorso 29 agosto e ha visto la partecipazione, accanto al ministro delegato, dei dirigenti di Atout France e di ADN Tourisme.
Il ritorno degli stranieri, si rivedono anche gli asiatici
In attesa dell’analisi definitiva, che verrà fatta a fine settembre per tenere conto dei promettenti dati di fine stagione, la Francia guarda con ottimismo alle cifre del suo turismo. Anche se a livello locale alcune zone hanno ottenuto risultati al di sotto delle aspettative (soprattutto nel sud del Paese), complessivamente il dato nazionale è positivo. In effetti, sventata la paura di una brusca frenata a causa dell’inflazione, la stagione 2023 si presenta allineata con quella 2022: 7 francesi su 10 sono partiti in vacanza per almeno un week-end, l’88% è rimasto entro i confini nazionali.
La clientela internazionale è di ritorno con percentuali molto rassicuranti rispetto al 2022 (anche se ancora si fatica a ristabilire il livello pre-pandemia): +29% sui voli a lungo raggio, e quanto alle presenze si segnala il ritorno degli americani (+22%), dei canadesi (+8,6%) e degli asiatici – cinesi, coreani, indiani e giapponesi – che complessivamente fanno segnare un +119%. Complessivamente sono attesi da 78 a 82 milioni di clienti stranieri (contro i 75 milioni dello scorso anno).
In termini di entrate internazionali direttamente legate al turismo, il 2023 dovrebbe superare i 58 miliardi di euro del 2022, con una previsione che spazia tra i 64 e 67 miliardi di euro.
Non si rinuncia alla vacanza, ma cambiano i comportamenti
Nel commentare questi dati, Olivia Grégoire si è soffermata sui cambiamenti in atto nei comportamenti dei turisti, sempre più influenzati da un meteo instabile e a volte estremo, dal caro-vita e dall’inflazione. Di fronte a queste variabili il consumatore si adatta: innanzitutto è più propenso a prenotare all’ultimo momento e non esita a cambiare destinazione in funzione del meteo; parte più spesso, ma per soggiorni più brevi (in media 8 giorni, non più 9 come in passato) e per lo più vicino casa; per risparmiare sul budget della vacanza, va meno al ristorante e sceglie il campeggio, struttura ricettiva economicamente più accessibile (che infatti quest’anno registra un +2%).
Campeggi, stagione contrastata ma in linea con quella passata
In attesa di vedere confermate le buone prospettive per il fine stagione, che segna un +26% di prenotazioni per settembre, non si può che prendere atto che la stagione dei campeggi francesi è stata finora positiva ma non esaltante. Le presenze della stagione 2023, da aprile a settembre, dovrebbero essere leggermente superiori rispetto al 2022, grazie al ritorno dei turisti europei, in particolare olandesi, tedeschi, belgi e britannici, ha spiegato Nicolas Dayot, presidente della Fédération nationale de l’hôtellerie de plein air (FNHPA), invitato a fare il punto della situazione da L’Echo Touristique.
Le presenze francesi, invece, sono calate del 2%, anche se il campeggio resta la terza opzione di alloggio preferita. A dirlo è un sondaggio realizzato da OpinionWay per Atout France, secondo cui il campeggio è scelto dal 16% dei francesi che partono in vacanza, la locazione stagionale dal 24%, a pari merito con la casa di amici e parenti (sempre 24%). Dietro l’hotel, scelto dal 14% degli intervistati. Esigenze di risparmio hanno guidato la scelta della sistemazione anche all’interno dei campeggi, dove le piazzole sono state preferite alle case mobili perché meno care.
Prezzi più alti, stagione complicata
Secondo la FNHPA, i prezzi dei campeggi sono aumentati del 5/6% nel 2023 rispetto al 2022. Dando uno sguardo dal nord al sud del Paese, tutti i campeggi hanno affrontato una stagione complicata. A inizio anno le prenotazioni sono volate soprattutto nel nord del Paese (con Bretagna, Normandia e Paesi della Loira in testa) ma un meteo instabile tra giugno e luglio (ricordiamo la tempesta Patricia che si è abbattuta sulla Bretagna) ha ridimensionato le aspettative. Qui la stagione resta comunque positivamente segnata dal ritorno dei turisti europei, soprattutto i tanto attesi britannici, e i più abituali tedeschi, olandesi e belgi.
Anche i campeggi del sud hanno avuto difficoltà a riempirsi, soprattutto nel mese di luglio dove il calo delle presenze è stato del 10/20% a seconda delle zone. Se la Corsica ha patito soprattutto l’aumento delle tariffe del trasporto in nave, altre regioni del sud hanno sofferto delle intense ondate di calore, del rischio incendi oltre che del generale aumento dei prezzi che ha ridotto il budget dei vacanzieri. Del 33% di francesi che quest’anno ha rinunciato alle vacanze, il 40% lo ha fatto per ragioni economiche, ha detto il presidente di ADN Tourisme, François de Canson.