Questa seconda stagione segnata dalla pandemia da Covid-19 sta facendo registrare un andamento diverso rispetto allo scorso anno, con una situazione in continua evoluzione che rende difficile fare previsioni e programmi per il futuro. Abbiamo incontrato Margherita Facchini, titolare del San Francesco Camping Village, una rinomata struttura ricettiva adagiata sulle rive del Lago a Desenzano del Garda. A lei abbiamo chiesto come il mercato stia rispondendo e quali siano i piani per affrontare al meglio le inevitabili mutazioni che si stanno delineando.
Camping Business: Come sta andando questa stagione rispetto all’anno scorso e qual è il mix di turisti, sia riguardo la nazionalità sia rispetto alle proporzioni tra campeggio in camper/caravan/tenda e mobile home?
Margherita Facchini: La stagione sta andando nettamente meglio rispetto all’anno scorso, quando ci siamo a malapena “salvati”. Al momento (l’intervista è stata fatta il 24 di luglio, ndr) la situazione è sicuramente positiva. Agosto sarà il mese in cui lavoreremo di più, sia come villaggio che come campeggio, perché la gente ha prenotato, anche se lo ha fatto all’ultimo momento. La proporzione è al 50% di clienti tedeschi e 50% italiani. Proprio a partire da ieri la durata media della vacanza si è allungata, arrivando a una settimana o anche due. E questo è positivo, perché il turnover che abbiamo avuto nella bassa stagione è più costoso e faticoso da gestire. Purtroppo, quest’anno mancano gli olandesi, perché sono rimasti in patria o perché hanno scelto altri lidi.
Per quanto riguarda il primo periodo della stagione – abbiamo aperto il 20 di maggio – e fino a sabato scorso abbiamo lavorato nettamente meglio con le piazzole rispetto alle case mobili. Ci sono credo dei motivi fisiologici: probabilmente la gente ha affittato o acquistato più camper, parecchi hanno ritirato fuori le loro tende. Le case mobili le abbiamo vendute soprattutto per i weekend da venerdì a lunedì, o comunque per vacanze molto brevi, a un pubblico prettamente italiano. Mancando olandesi e tedeschi, che sono i nostri principali fruitori, nella bassa stagione abbiamo risentito un po’ di questa situazione. I tedeschi ritorneranno in agosto, ma abbiamo lavorato bene con i belgi e con gli svizzeri. Ora, fino al 4 settembre siamo sostanzialmente al completo, sia nelle piazzole che nelle case mobili.
Camping Business: Accettate il bonus vacanze, ed è uno strumento il cui utilizzo è stato richiesto dai vostri clienti?
Margherita Facchini: Sì, lo accettiamo e c’è stata richiesta. Direi che tutto sommato è agevole anche la procedura. Abbiamo però definito un limite minimo per la durata del soggiorno, che deve essere di almeno una settimana, perché dal punto di vista gestionale richiede l’impegno di risorse qualificate. Dato che deve essere inserito nel cassetto fiscale aziendale, non lo si può affidare a un semplice impiegato del front office, ma ci vuole un’organizzazione che preveda un ragioniere o un contabile. Fissando una durata minima riusciamo ad ammortizzarne meglio l’impatto, e devo dire che sta funzionando bene. Non abbiamo avuto problemi.
Camping Business: Il mercato dei veicoli ricreazionali sta crescendo in modo impetuoso in quasi tutta Europa. Questo ha modificato in qualche modo la tipologia di clientela?
Margherita Facchini: Il mondo del camper è esploso. E che veicoli si vedono! Quello che ho notato in questi mesi è stato l’arrivo di camper giganteschi guidati da una clientela prettamente straniera, soprattutto svizzeri e tedeschi. In passato abbiamo avuto episodicamente clienti di questo tipo, ma erano eventi tutto sommato rari. Quest’anno noto che in campeggio c’è molta più gente con questi maxi-motorhome.
Camping Business: Le case mobili hanno un’alta redditività, ma la crescita nel mercato dei camper mostra interessanti potenzialità. Oggi le due strategie possono essere considerate entrambe valide?
Margherita Facchini: Assolutamente sì. Avendo ormai nel nostro campeggio-villaggio definito gli spazi, il mio impegno per il prossimo inverno è di rivalutare una serie di piazzole – che erano già attrezzate anche con carico e scarico – riorganizzandole, abbellendole e aumentando lo spazio a disposizione, in modo da portare l’esperienza di campeggio più tradizionale allo stesso livello qualitativo delle case mobili. Voglio dedicare più spazio perché queste piazzole sono diventate strettine per le dimensioni delle caravan attuali e anche delle auto.
Camping Business: Qual è la rilevanza del booking online e come sta cambiando questo mercato?
Margherita Facchini: Direi che tecnicamente gli stranieri sono più portati. L’italiano tenta di fare il booking online, ma poi prende il telefono e chiama. Fa fatica anche a scrivere una mail. Questo è però già il nostro presente e bisogna essere attrezzati con programmi gestionali all’altezza, in grado di integrarsi con queste modalità di prenotazione in modo da ridurre la quantità di lavoro manuale. Su questo aspetto possiamo migliorare, ma ci stiamo impegnando tanto.
Camping Business: Per conquistare nuovi clienti è meglio fare marketing diretto con booking proprietario sul vostro sito oppure utilizzare operatori esterni?
Margherita Facchini: Nell’era pre-Covid noi abbiamo lavorato tanto per andare a cercarci il cliente, spingerlo a prenotare e curarlo direttamente, soprattutto per le piazzole. Per la casa mobile è un po’ diverso: lì c’era un giusto mix. Adesso francamente siamo in una situazione in cui bisogna vedere come si muove il mercato. Io preferirei sempre “arrangiarmi”, ma può non bastare: sulle piattaforme di booking bisogna esserci. Ho visto alcuni colleghi utilizzare anche AirBnB per le case mobili… Per stare sul mercato, oggi bisogna esserci a 360 gradi, anche se va tenuto conto di due elementi: il primo è che gestionalmente bisogna essere preparati con un programma adeguato; il secondo è che si corre il rischio di catturare l’attenzione di una clientela che magari non sa nemmeno cosa siano un campeggio, un villaggio o una casa mobile, per cui bisogna essere in grado di gestirla. In ogni caso, non possiamo non seguire l’evoluzione del mercato.
Camping Business: Abbiamo notato che nella sua struttura gli animali domestici sono ben accetti. Da quanto tempo seguite questa politica e quali sono problematiche e valore aggiunto dell’accoglienza degli animali?
Margherita Facchini: Siamo sempre stati “dog friendly” e da quattro o cinque anni spingiamo anche a livello marketing su questo aspetto. La problematica principale è gestire la maleducazione del padrone del cane, perché ovviamente ci sono delle regole da rispettare. Non si può abbandonare l’animale nella tenda, nel camper o nella casa mobile e non lo si può portare in piscina. Il padrone se ne deve prendere cura. Del resto, nella nostra struttura ci sono tre aree apposite. Poi c’è sempre un difficile lavoro di mediazione da fare, cercando di suddividere gli ospiti a seconda che abbiano o meno un cane. In un campeggio di medie dimensioni come il nostro talvolta è un po’ complicato, soprattutto per quei clienti che vogliono determinate piazzole, anche se sono quelle dedicati agli equipaggi con cani.
Camping Business: Alla fine, dare ospitalità agli animali domestici costituisce più un valore aggiunto o un problema da gestire?
Margherita Facchini: Assolutamente un valore aggiunto. Del resto, anche il cane è un ospite pagante, a cui in cambio offriamo dello spazio e dei servizi. Uno dei dog park è dotato di attrezzi per farlo giocare, nel supermercato ci sono non solo cibo, ma anche accessori come guinzagli e ciotoline, e in tutto il campeggio distribuiamo i sacchettini per le deiezioni. Essendo un’azienda all’aria aperta non possiamo non essere pro-animali. Che non sono solo cani: ci sono clienti che si portano i gatti o il porcellino d’india, e ne abbiamo due che arrivano con il pappagallo.
Camping Business: C’è una “best practice”, qualcosa di cui va particolarmente orgogliosa nel suo campeggio, che riguardi elementi come l’efficientamento energetico, la raccolta dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico e simili?
Margherita Facchini: Sono aspetti su cui lavoriamo costantemente. A fine agosto incontreremo la società tedesca Ecocamping, che si occupa di una certificazione ecologica dei campeggi che guarda molto gli aspetti pratici. Noi facciamo ovviamente la raccolta differenziata, siamo dotati di impianti fotovoltaici e tutta l’illuminazione è a LED per il risparmio energetico. Quando l’anno scorso abbiamo rifatto i due gruppi di servizi igienici sono stati installati erogatori di acqua con pulsante o fotocellula, per evitare gli sprechi. Nelle case mobili, la luce si accende solo in presenza della chiave, mentre per gli spostamenti abbiamo biciclette e macchinine elettriche. L’attenzione c’è, ci deve essere e sarà sempre maggiore. Abbiamo anche cominciato a eliminare la plastica dal supermercato, vendendo piatti e bicchieri di carta, e lo faremo presto anche al take-away.
Camping Business: Parliamo di sicurezza. Nella sua struttura ci sono guardie notturne: è una forma di attenzione nei confronti dei vostri clienti o esiste un problema concreto?
Margherita Facchini: Nell’epoca in cui viviamo voglio trasmettere sicurezza, per cui il portiere notturno monta alle 20 e finisce alle 8. Abbiamo un’area molto grande da controllare, circa 10 ettari e mezzo. Così, a una certa ora della notte le tre persone in servizio diventano quattro. Non si tratta solamente di una questione di sicurezza legata a intrusioni o furti, che purtroppo possono capitare, ma anche di attenzione alle piccole cose. Per esempio, questa notte sono state spente alcune candele, lasciate accese da qualche cliente, che avrebbero potuto causare un incendio. Oppure si tengono a bada i ragazzini che scorrazzano. Secondo me un controllo notturno è fondamentale, anche se non abbiamo particolari problemi di sicurezza.
Camping Business: Qui al San Francesco Camping Village il verde è molto curato. Quanto è importante questo aspetto?
Margherita Facchini: Siamo un’azienda open-air per cui mi sembra inevitabile e quasi scontato. Nutro un grande amore verso il verde e le piante e ho la fortuna di essere cresciuta in una famiglia che ha sempre avuto questa attenzione, anche perché viviamo in un parco secolare. Ho poi la fortuna di avere un amico agronomo, che è anche paesaggista, che mi ha aiutato tantissimo a creare zone verdi – sia nel villaggio sia nel campeggio – usando piante autoctone, ma anche moderne, con colori diversi, che fioriscono in momenti diversi e che danno profumi diversi. Sono piante semplici, che vanno dalla menta all’agapanto, fino al rosmarino.
A livello di piante abbiano una zona con i platani, che sono molto resistenti ma che purtroppo si ammalano facilmente. Di positivo c’è che hanno la foglia larga che comincia a cadere solo dopo Ferragosto, e quindi per buona parte della stagione non è necessario pulire. Stiamo invece sostituendo i pioppi, cominciando da quelli malati, che sono piante molto fragili. Hanno il pregio di crescere alla svelta, ma in primavera producono i fastidiosi piumini e le foglie già tra qualche giorno cominceranno a cadere. Li sostituiamo sia per una questione di sicurezza sia perché non hanno un grande valore.
Il loro posto verrà preso da frassini: crescono molto bene sul terreno argilloso come quello che abbiamo qui, che non è adatto a tutte le piante. Gli daremo un’impalcatura alta, in modo che camper e caravan possano trovare facilmente posto al di sotto. Sono alberi che crescono molto in altezza e poi si allargano, con una fogliolina piccola che cade a novembre. È una pianta che cresce bene e che finora non è mai stata aggredita da parassiti. Perché sia completamente cresciuta ci vuole una quindicina di anni. Abbiamo abbattuto le piante pericolose e per ora tenuto le altre, procedendo con una sostituzione graduale per garantire sempre la presenza di ombra.
Emanuela Padoan – Glamping Canonici di San Marco