Un’interessante riflessione sul futuro del turismo nei prossimi mesi arriva da Franco Grasso. Secondo il professore, che è considerato uno dei massimi esperti di revenue management in Italia, la disciplina economica legata alla tariffazione dinamica delle camere di hotel e dei servizi del settore turistico, il prossimo sarà un Capodanno col botto per gli hotel italiani. Secondo gli ultimi studi effettuati su un campione di diverse centinaia di strutture ricettive – situate sia in montagna sia nelle città d’arte – è emerso che le camere saranno vendute a tariffe mai viste prima.
La montagna, come già detto in altre occasioni da Grasso, sarà presa d’assalto per un motivo molto semplice: sono due anni che le persone non sciano e quest’anno sono disposte a pagare cifre esorbitanti per farlo. Le città d’arte stanno incrementando gli arrivi, e anche se mancano all’appello molti stranieri si stanno facendo apprezzare dal turismo domestico, in gran fermento già dalla scorsa estate.
La riflessione interessante riguarda però le strategie per la raccolta delle prenotazioni, che Grasso applica alle strutture alberghiere per il periodo di Capodanno, ma che in realtà può essere riferita anche al settore del turismo all’aria aperta in altri periodi dell’anno. Secondo Grasso, è fondamentale non riempire le strutture con largo anticipo per non perdere fatturati importanti.
“Negli ultimi 16 anni, sia in Italia sia in una quindicina di paesi in Europa, ho trovato un elemento caratterizzante estremamente comune tra le varie strutture ricettive: la vendita ‘al peggio’ del giorno di Capodanno,” spiega Grasso. “Tutti gli alberghi si affrettano a vendere il Capodanno con la convinzione di farlo a prezzi alti – e forse lo sono anche rispetto alla media della stagione – ma sicuramente non a prezzi di mercato. E quando dico mercato, intendo non quello che fanno i competitori, che mercato non è”.
Solitamente domanda e offerta in alta stagione è più facile che si incontrino sotto data, e questo vale ancora di più per il Capodanno. Secondo Grasso, per almeno il 90% degli alberghi sarebbe opportuno arrivare all’8 dicembre con un monte prenotazioni per il 31 pari, più o meno, a zero.
“So che è difficile immaginarlo, e so che molti degli albergatori sono già pieni e felici, ma è solo l’inconsapevolezza a renderli tali e non certo le analisi di mercato,” sostiene Grasso. “Allora, prima che sia troppo tardi, occorre fare attenzione alla programmazione tariffaria di Capodanno e fare un passo indietro (o in avanti, se vogliamo considerare i prezzi di vendita), soprattutto se le strutture si trovano in montagna o in luoghi particolarmente richiesti”.
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