La European Travel Commission (ETC) ha pubblicato il rapporto “European Tourism: Trends & Prospects” per il secondo trimestre del 2023. L’analisi mostra un consolidamento della ripresa dei viaggi internazionali verso l’Europa iniziata nel primo trimestre di quest’anno, con gli arrivi turistici stranieri che hanno toccato quota 95% dei livelli del 2019.
Un buon risultato se si pensa alle tante difficoltà che il settore si trova ancora a dover affrontare come l’inflazione, innanzitutto, e l’incertezza legata al conflitto tra Russia e Ucraina, ma anche la carenza di personale nelle strutture ricettive e la minaccia di scioperi nell’aviazione e di chiusura degli spazi aerei a causa della guerra. La ripresa comunque c’è, e si conferma anche in questo secondo trimestre dell’anno grazie alla domanda dei consumatori che resta alta nonostante l’aumento dei costi di viaggio.
Preferite le destinazioni con un buon rapporto qualità-prezzo
Sulla base dei dati raccolti, un quarto delle destinazioni supera già i livelli pre-pandemici degli arrivi stranieri. Tra queste, vi sono la Serbia (+27%), la Bulgaria (+21%), il Montenegro (+12%) e la Turchia (+9%), tutte destinazioni con un buon rapporto qualità-prezzo, un chiaro segnale che i maggiori costi di viaggio non frenano l’entusiasmo dei consumatori ma ne orientano le scelte verso mete più economiche (Serbia e Turchia beneficiano anche del fatto di non porre restrizioni ai viaggiatori dalla Russia).
Anche la Polonia vive un momento particolarmente positivo, avendo superato del 4% i livelli pre-pandemici grazie all’afflusso nel Paese di giornalisti, delegazioni ufficiali, soldati e loro familiari a causa della guerra in Ucraina, insieme ai rifugiati ucraini che soggiornano presso le strutture ricettive polacche. Risultati negativi invece per 5 su 27 destinazioni: l’Ungheria (-20%), la Germania (-21%), la Finlandia (-22%), la Lituania (-28%) e la Lettonia (-32%).
Le tendenze per l’estate
Nel periodo maggio-settembre 2023 le vendite dei biglietti aerei hanno raggiunto il 91% dei livelli pre-pandemia. I dati forniti dall’International Air Transport Association (IATA) confermano dunque una tendenza molto positiva per questa estate, sia con riferimento ai viaggi intra-europei che per quelli a lungo raggio. Se in Europa la domanda è guidata principalmente dai Paesi Bassi, dalla Francia e dall’Italia, nei viaggi a lungo raggio sono gli Stati Uniti a confermarsi migliori performer grazie al dollaro forte, mentre i mercati dell’Asia e del Pacifico mostrano ancora delle difficoltà.
Certamente la limitata disponibilità di voli dalla Russia verso l’Europa pesa sulla domanda di viaggi verso le destinazioni europee, in particolare Finlandia, Lettonia e Cipro, tradizionali mete dei turisti russi; della situazione beneficiano invece – come detto – i paesi come Serbia e Turchia che dispongono ancora di rotte aeree per la Russia.
A livello di volumi di traffico aereo per Paese, Croazia, Portogallo e Serbia continuano ancora a superare i livelli pre-pandemici, mentre le destinazioni in cui la ripresa è più debole si trovano nell’Europa orientale (Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Slovenia), influenzate dalla guerra in Ucraina.
Anche la Germania dimostra un recupero debole del traffico aereo, dovuto probabilmente a due fattori: da una parte il passaggio a forme alternative di trasporto per i viaggi nazionali, come strada e ferrovia, e dall’altra la decisione della compagnia aerea a basso costo Ryanair di ridurre significativamente la sua presenza negli aeroporti tedeschi, a favore di altri mercati europei come l’Austria.
Verso un turismo sostenibile
In un contesto generalmente positivo emergono però anche delle zone d’ombra. Innanzitutto, vi sono segnali che fanno prevedere un rallentamento della ripresa a causa dell’inflazione che continuerà a essere elevata e persistente e di una crescita economica che stenta a decollare.
Altro spunto di riflessione fornito dallo studio dell’ETC riguarda il problema dell’eccesso di turismo. Per ridurre l’impatto negativo del sovraffollamento nei siti turistici, è sempre più necessario ripensare le strategie turistiche offrendo opzioni alternative alle destinazioni più soggette al turismo di massa. L’obiettivo deve essere quello di tutelare l’ambiente, attraverso lo sviluppo di un turismo più responsabile e sostenibile, che riduca la pressione sulle località turistiche e diffonda i benefici del turismo in aree meno conosciute.
“L’industria del turismo ha sia la responsabilità che l’opportunità di proteggere le risorse da cui dipende, tra cui l’ambiente naturale, la fauna selvatica e il patrimonio culturale che danno vita alle esperienze di viaggio,” ha dichiarato Eduardo Santander, direttore esecutivo della European Travel Commission (ETC). “La sostenibilità si sta dunque trasformando in un vantaggio competitivo e in uno dei più importanti punti di forza delle destinazioni. In futuro, la competitività del turismo dipenderà direttamente dai progressi compiuti dalle destinazioni nell’offrire viaggi più sostenibili e rispettosi del clima”.