La Croazia dal 2013 fa parte dell’Unione Europea ma, alla pari di Cipro, Bulgaria e Romania, è tra i paesi sottoscrittori della convenzione di Schengen pur restando fuori dal relativo spazio per mancanza di adeguamenti tecnici e mantenendo, quindi, i controlli alle frontiere. Ora è sulla buona strada per diventare, entro il 2022, membro dell’area Schengen. Il secondo passo potrebbe essere quello di entrare nella “zona euro”.
Il primo ministro croato Andrej Plenković ha affermato che il vertice straordinario dell’UE a Bruxelles è stato l’occasione per una serie di colloqui bilaterali sui due obiettivi strategici croati. “Sarebbe bello entrare a Schengen nel 2022, e se fosse ancora prima saremmo molto soddisfatti, e per quanto riguarda l’eurozona faremo di tutto per farlo accadere il prima possibile”.
Già a marzo 2021, dopo la riunione informale dei Ministri degli Interni UE, la presidenza portoghese del Consiglio dell’UE e la commissaria Ylva Johansson avevano confermato che la Croazia ha completato con successo le raccomandazioni (ben 281) del giugno 2015 per il processo di adesione a Schengen. Sempre a marzo, il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, dopo un incontro con Andrej Plenković per discutere in particolare della situazione dei vaccini, aveva espresso su Twitter il supporto dell’UE verso l’adesione della Croazia a Schengen e all’euro.
Secondo quanto dichiarato dal premier, la Croazia potrebbe addirittura entrare a far parte dell’area Schengen entro la fine del 2021. Questo grazie al cambio nella presidenza UE: dalla seconda metà di quest’anno infatti subentrerà la Slovenia. Andrej Plenković si è detto fiducioso, in quanto i rapporti tra il governo di Zagabria e quello di Lubiana sono ottimi. Lo testimonia la dichiarazione del premier sloveno Janez Janša, resa durante la conferenza stampa seguita all’incontro con il presidente dell’Eurocamera, David Sassoli, in vista del semestre di presidenza UE della Slovenia. “Noi sosteniamo l’adesione della Croazia allo spazio Schengen e difendiamo anche l’ingresso della Romania e della Bulgaria”, ha affermato Janša. “Questo contribuirà al rafforzamento della sicurezza della Ue”.
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