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Confturismo: l’aumento dei contagi porta a 2,5 milioni di disdette per le prossime festività

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Come cambiano le cose in meno di un mese! Non solo a livello di contagi, ma anche di impatto sul turismo in Italia, che vede al momento due milioni e mezzo di disdette per le prossime festività. A ottobre la nostra situazione epidemiologica era buona, soprattutto se confrontata con quella di altri paesi europei, in particolare quelli del Nord Europa e dell’Europa Centrale e dell’Est.

Ora Austria, Germania, Olanda sono in grave difficoltà e anche da noi, per fortuna ancora a livello di alcune regioni o porzioni di esse (Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Calabria – fonte ECDC), la situazione si sta facendo seria, tant’è che il Governo a breve dovrebbe intervenire con un green pass “rafforzato”. Questo provvedimento colpirà soprattutto i non vaccinati che non potranno più accedere, tramite certificato verde ottenuto con il tampone, a bar e ristoranti (ovviamente al chiuso), agli stadi, ai cinema e teatri, alle palestre e così via. Il tampone varrà però per andare al lavoro.

Questo clima di incertezza e di preoccupazione, che il governo e il Comitato Tecnico Scientifico stanno trasmettendo, non aiuta certamente il turismo e crea forti dubbi su come comportarsi per le prossime festività. Infatti, un mese fa il numero di partenze degli italiani per fine anno era stimato in 35 milioni (dieci milioni per l’8 dicembre, ovvero il “ponte” dell’Immacolata, 12 milioni per Natale e 13 milioni per Capodanno). Al momento le disdette sono già a quota 2,5 milioni.

Sono i primi dati, preoccupanti, che emergono dalla consueta indagine sulla propensione a viaggiare degli italiani effettuata da Confturismo-Confcommercio, in collaborazione con SWG, condotta tra il 15 e il 19 novembre 2021. Il motivo di questo andamento è palese e dipende dalle informazioni sull’aumento dei contagi da Covid-19, che generano una sorta di “effetto freezer” sulla stagione invernale, che doveva archiviare definitivamente la crisi e che invece si preannuncia ancora molto incerta.

Entrando nel dettaglio della rilevazione si scopre che ammontano a 8,5 milioni gli intervistati che hanno dichiarato di avere cambiato la meta della vacanza scegliendone una più vicina o che ne hanno ridotto i giorni, peraltro già in media ampiamente al di sotto del corrispondente dato del 2019. Resiste in ogni caso uno “zoccolo duro” del 35,5% – più di dodici milioni di persone – costituito da quanti non hanno intenzione di cambiare idea per nessuno dei periodi programmati e dichiarano che partiranno comunque. Si tratta però, nella metà dei casi, di vacanze presso familiari o amici, il cui impatto di spesa in servizi turistici veri e propri è ridotto rispetto alla media.

“Prevale l’incertezza, non la paura, e per questo servono indicazioni chiare e immediate delle autorità competenti sulle eventuali regole da adottare per affrontare in sicurezza le prossime festività”, commenta Luca Patanè, presidente di Confturismo-Confcommercio. “Questo soprattutto per il ‘popolo’ dei vaccinati, il più propenso e pronto a partire”.

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